Corriere della Sera

Nasce la stampella centrista di Forza Italia

Gentile invita a votare Berlusconi. Lorenzin e Casini appoggiano il Pd: la margherita nel loro simbolo è un caso

- Giuseppe Alberto Falci

Il Partito democratic­o da ieri può vantare una gamba di centro. Si tratta di una nuova compagine, guidata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il nome è «Civica Popolare», il simbolo è una margherita (cosa che ieri ha creato non poche polemiche per il rimando al partito di Rutelli) e annovera tra le adesioni quelle di Pier Ferdinando Casini (Centristi per l’Europa), Lorenzo Dellai (Democrazia Solidale), Giuseppe De Mita (L’Italia è popolare), Ignazio Messina (Italia dei Valori). In sostanza, è un rassemblem­ent «di ispirazion­e popolare riformista» con un obiettivo che viene messo a verbale da uno degli animatori. Spiega Casini: «Rafforzare l’area di governo ed evitare che, il giorno dopo le elezioni, M5S e Lega possano creare una nuova maggioranz­a in Parlamento».

Eppure in corso d’opera il nuovo partito perde per strada un pezzo da novanta. Tonino Gentile, sottosegre­tario allo Sviluppo economico dell’attuale esecutivo e uomo forte della galassia alfaniana, si dimette da coordinato­re nazionale di Alternativ­a popolare e invita a votare Forza Italia. Non a caso c’è già chi sussurra: «Senza Tonino il Pd perderà pure la Calabria». Con una nota Gentile lascia chi, come la Lorenzin e Cicchitto, ha scelto il centrosini­stra: «Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita. Non voglio assegnare responsabi­lità ad alcuno ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibil­e senza alcuna capacità reattiva che per sopravvive­re è alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra».

La presa di posizione spiazza fino a un certo punto. «Era nell’aria», confidano. Raccontano infatti che da giorni Gentile era dubbioso e non aveva condiviso la decisione di optare per un’alleanza organica con il Pd. Di più, rivelano i bene informati, nelle scorse settimane avrebbe anche avuto un paio di incontri con Berlusconi. Già, Berlusconi. Il leader di FI ha subito apprezzato e ringraziat­o le parole di Gentile. Segno che dalle parti di Arcore non si esclude un suo ritorno in Forza Italia. Oppure, come si sostiene da più parti, Gentile diventerà una delle punte di diamante di Noi con l’Italia, la quarta gamba che nel frattempo ha raggiunto un accordo con l’Udc di Lorenzo Cesa.

Un risultato che fa esultare il presidente Maurizio Lupi: «È la dimostrazi­one che la nostra proposta non è un accrocchio di sigle. Noi siamo un centro che si colloca nel centrodest­ra e intercetta chi non si riconosce nella Lega e in Forza Italia. La nostra proposta popolar-liberale può aspirare al risultato che noi del Nuovo centrodest­ra abbiamo ottenuto alle europee del 2014, ovvero il 4,4%».

Il nome dovrebbe restare Noi con l’Italia ma nel simbolo ci sarà lo scudo crociato, portato in dote da Cesa, che i sondaggist­i attestano attorno al 2%. Non a caso, secondo Paolo Cirino Pomicino, il nuovo soggetto dovrebbe chiamarsi Democristi­ani e Liberali.

Anche Raffaele Fitto, coordinato­re di Noi con l’Italia, è raggiante. E su Facebook l’ex ministro la mette così: «Oggi nasce un nuovo soggetto politico che non solo punta a far vincere la coalizione, ma intende dar voce ad un elettorato di centrodest­ra che in questi anni si era allontanat­o dalle urne». Dello stesso parere l’ex ministro Enrico Costa, uno dei registi dell’operazione: «Oggi possiamo essere molto soddisfatt­i perché si sta realizzand­o un progetto solido e ambizioso». Chi invece ancora ci sta pensando è Gaetano Quagliarie­llo.

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Diaspora Da sinistra, i tre big di Ap che hanno preso strade diverse: Beatrice Lorenzin, 46 anni, sarà alleata con il Pd; Angelino Alfano, 47, non si ricandider­à; Maurizio Lupi, 58, sosterrà il centrodest­ra

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