Corriere della Sera

Spiaggiata

La beffa della balena arenata in Sardegna che nessuno rimuove per troppa burocrazia La carcassa di 17 metri è lì da un mese e mezzo

- Alberto Pinna

Qualcuno rimuova Valentino, SASSARI prima che una mareggiata devasti quel che rimane di un esemplare maschio di balena (Balaenopte­ra

physalus), 17 metri, 18 tonnellate, che giace da 45 giorni sulla spiaggia di Platamona (Sassari). Vittima forse di una nave che l’ha speronato e — certamente — del cumulo di decreti, ordinanze, protocolli e codicilli (leggasi burocrazia) che da un mese e mezzo impedisce di decidere quale fine farà la carcassa.

Della balena si sono occupati 17 enti e una conferenza di servizi. Una seconda conferenza con altri quattro enti — e sono 21, compresi un archeologo e un geologo — è in programma dopo l’Epifania, nel frattempo anche la burocrazia è andata in vacanza e il cetaceo sta sempre lì.

A Valentino il nome lo ha dato uno dei ragazzi accorsi a centinaia sotto Natale per una foto accanto alla gigantesca sagoma, al tramonto, con l’isola dell’Asinara sullo sfondo. Un cartone e una scritta stampatell­o: «Ciao VA-LENTINO», allusione alla (scarsa) rapidità della burocrazia.

Il litorale di Platamona si estende per 15 chilometri. Il 15 novembre all’alba due pescatori si sono imbattuti in un’enorme sagoma grigia. Hanno chiamato la capitaneri­a di porto, che a sua volta ha allertato i vigili urbani del comune di Sorso «per competenza territoria­le». E qui ha avuto inizio la trafila: informativ­e alla Asl, all’Istituto Zooprofila­ttico della Sardegna, al Crama (Centro recuperi marini dell’Asinara), alla Prefettura, alla Regione, al ministero dell’Ambiente e via elencando. Subito un problema: la balena era in decomposiz­ione e, quando La Nuova Sardegna ha pubblicato notizia e foto, sono accorsi migliaia di curiosi. Primo sopralluog­o: come rimuoverla? E poi che fare? Interrarla o trainarla in mare aperto e affondarla? E ancora: chi pagherà? Giuseppe Morghen, sindaco di Sorso, 15 mila abitanti, ha messo le mani avanti: «Noi non abbiamo mezzi idonei per la rimozione né soldi».

Per fare a Valentino un degno «funerale» un preventivo da capogiro, 100 mila euro… Sezionare la carcassa e interrarla costerebbe meno, 35 mila euro. Ma non è così semplice: ogni operazione comporta conformità, pareri e nullaosta. Insomma, meglio mettere tutti intorno a un tavolo: la conferenza di servizi. Ed ecco le convocazio­ni: Agenzia del demanio, Direzione generale del Corpo Forestale, Guardia Costiera, Arpas, Asl, Istituto Zooprofila­ttico, Prefettura, ministero dell’Ambiente, sindaco e segretario comunale di Sorso, Comune e Provincia di Sassari, 5 fra assessorat­i e servizi della Regione Sardegna. «Uno contro l’altro, uno scaricabar­ile tutto all’italiana», parole di Roberto Desini, consiglier­e regionale, che si è attivato e dalla Regione Sardegna ecco i 35 mila euro che dovrebbero mettere tutti d’accordo. Ma non è detto, perché ora si pensa ad altro: e se si cercasse di recuperare lo scheletro per esporlo? Valentino potrebbe diventare un’attrazione turistica…

Si è fatto avanti il parco dell’Asinara, ma pure il Comune di Sorso ora considera la balena non più un impiccio ma un’opportunit­à. E infatti s’interpella­no nuove sigle e enti: il Cert («Certaceans emergency response team»), Pelagos (santuario dei cetacei), l’Mmmtb («Mediterran­ean Marine Mammals Tissue Bank»), un geologo (per come interrarlo) e un archeologo (per evitare che scavando la fossa si possano danneggiar­e eventuali reperti!), l’università di Padova e il Museo di storia naturale di Milano. In preparazio­ne della seconda conferenza di servizi: che — recitano i manuali — è «un istituto della legislazio­ne italiana di semplifica­zione della pubblica amministra­zione». Meno male.

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Dall’alto La balenotter­a spiaggiata da un mese e mezzo a Platamona, nella foto di Giovanni Cossu scattata con un drone nei primi giorni e pubblicata sulla Nuova Sardegna

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