Corriere della Sera

Gli InVisibili inviati speciali In tv le storie di disabilità tra coraggio, emozioni, ironia

I blogger di Corriere.it su Raitre a partire da lunedì

- di Rossella Verga

«Fidati ciecamente di me». Felice Tagliaferr­i, scultore non vedente di Bologna, si sfila la sciarpa dal collo e benda Simone Fanti, giornalist­a del

Corriere e firma di «InVisibili», il blog di Corriere.it, che si lascia guidare alla scoperta tattile delle opere dell’artista. Due disabilità a confronto, sensoriale la prima e fisica la seconda (Simone è in sedia a rotelle a causa di un incidente motociclis­tico), due mondi che s’incontrano con ironia, allegria e curiosità: e che, attraverso la narrazione video del giornalist­a, immergeran­no lo spettatore nel mondo delle diversità. È solo un frame del nuovo format tv Inviati speciali (in onda dal primo al cinque gennaio su Raitre alle 20.15) ma raccoglie il senso di 6 anni di vita di «InVisibili» e l’eredità del libro, E li chiamano disabili, scritto da Candido Cannavò.

La disabilità esiste ed è una parte della società in cui viviamo. Più o meno visibile, più o meno sofferta, è lei che diventa il filo conduttore delle cinque puntate affidate ad altrettant­i giornalist­i e blogger — Claudio Arrigoni, Simona Atzori, Alessandro Cannavò, Simone Fanti e Simonetta Morelli — che, senza pietismo o buonismo, raccontano altrettant­e storie e persone. Vicende che parlano di sentimenti e tematiche universali come amore, lavoro, sport, innovazion­e e arte.

Racconti di mondi complessi e di legami veri, come l’amicizia che tesse la tela della vita di Fabrizio, riminese in sedia a rotelle per una tetrapares­i spastica: sul suo cammino ha incontrato un gruppo di «Spingitori» che lo trascinano con loro su e giù per l’Italia facendogli percorrere i 42 chilometri delle maratone. Un’amicizia che è un dono anche per la madre di Fabrizio: ora sa che, anche quando lei non ci sarà più, suo figlio avrà sempre accanto qualcuno che si prenderà cura di lui.

Il «dopo di noi» e il lavoro sono i temi della puntata che vedrà il confronto tra due madri di ragazzi autistici, Simonetta Morelli e Muni Sigona. Quest’ultima in Sicilia, a Modica (Ragusa), in un antico baglio del ‘700, sta costruendo un albergo etico per dare lavoro, e un futuro, a suo figlio Toti e a un gruppo di altri giovani adulti con disabilità.

Da madre a madre, il testimone di questa staffetta tv passa alle gambe di Simona Atzori, ballerina senza braccia, che racconterà la maternità, nonostante la Sclerosi laterale amiotrofic­a, di Sonia Veres, giocatrice di Power Hockey in carrozzina, e di Francesco Consonni a pochi giorni dalla nascita di Leila. Il nome che evoca Guerre stellari non è casuale per una «principess­a» nata in «un mondo più libero di barriere culturali di quello che ho conosciuto io», sottolinea Sonia.

Chiude il cerchio la storia di Giambattis­ta Tshiombo, ex medico chirurgo che di ritorno da 24 ore di lavoro in ospedale si è schiantato con l’auto: un colpo di sonno gli ha spezzato la spina dorsale, ora un esoschelet­ro (una sorta di scheletro robotico che si muove grazie a pistoni e motori elettrici), gli sta ridando la sensazione del cammino.

Ogni puntata si apre con una riunione di redazione e si chiude con l’editoriale di un’altra penna del blog, Antonio Giuseppe Malafarina, che con arguzia spariglia i pensieri, li rimette in gioco, scombina gli stereotipi e allarga lo sguardo su cosa si può fare per cambiare. Qui e ora.

Il programma è firmato da Marco Piazza e Vito Foderà con la regia di Gabriele Gravagna.

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La prova Simone Fanti e Felice Tagliaferr­i durante la scoperta tattile delle opere dell’artista

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