Casa e altri luoghi: 5 sentimenti del 2018
Los Angeles insegna Nella città domestica luminosità protettiva
La luce che verrà sarà sempre più una luce urbana. Non solo quella delle insegne commerciali, degli eventi festivi o delle torri-show di laser e luci intermittenti come visto a Citylife a Milano, quanto quella della quotidianità, espressa dalla rassicurante presenza di lampioni, oggetti famigliari e ricorrenti nel nostro immaginario di città.
Ed Ebrahimian, direttore del City of Los Angeles Bureau of Street Lighting, ha compiuto negli ultimi 7 anni il più imponente intervento al mondo di riconversione del paesaggio luminoso di una città, sostituendo vecchie lampade a vapore di sodio (con luce gialla e scarsa resa cromatica) con LED ad alta efficienza in oltre 200.000 lampioni. Un intervento pari a 57 milioni di dollari ma con un risparmio di energia di ben 10 milioni di dollari l’anno, a garantire un punto di pareggio in meno di 5 anni, anche grazie alla continua riduzione di costo (oltre ad una maggiore efficienza) di queste tecnologie. Il risparmio energetico ha consentito al direttore di ripensare i lampioni come dei poli intelligenti della città, associandovi servizi vari: dalla ricarica di veicoli elettrici, a ripetitori telefonici e GPS, dal controllo remoto del traffico alla possibilità di accendere/spegnere le luci in funzione di traffico e della presenza di persone. La nuova luce, inoltre, ha ridotto notevolmente i crimini e aumentato la percezione di sicurezza e una maggiore motivazione a vivere la città.
Certo, Los Angeles è una città a misura d’automobile più che di essere umano e questo intervento, in un contesto come quello europeo, può portare con sé altre potenzialità. Partendo dalla tecnologia: i LED hanno un picco di luce blu che risulta essere dannoso per la percezione e il benessere ma nuove tecnologie (ad esempio il TRI-R di Toshiba), riescono ormai a simulare lo spettro della luce naturale, distribuendo i colori in modo omogeneo e contribuendo a realizzare ambienti ed esperienze di luce confortevoli. L’obiettivo ora è far sì che queste luci «civiche» possano liberarsi nella forma e copiare, pur rispettando le normative, le lampade della domesticità, che con tecnologie analoghe tendono a creare atmosfera, a delimitare gli spazi, a suscitare emozioni.
Nuove tecnologie riescono a simulare la luce naturale con i colori distribuiti in modo omogeneo Francesco Zurlo Si parla di una casa mauve in «Dalla parte di Swann». È un colore perfetto per biancheria e carta da parati Luca Pignatelli
funzione. E in questa metamorfosi della casa, verrà meno anche il legame, fortissimo fino ad oggi, con i designer». Meno emulazione dei modelli proposti, quindi, e meno protagonismo anche degli oggetti, destinati a non essere più iconici come un tempo. Oggetti che, fra l’altro, diventeranno sempre più nomadi e ci seguiranno da un luogo all’altro per facilitarci il quotidiano, un lavoro, o anche solo un momento di vita.
Morace dipinge uno scenario molto diverso da quello degli ultimi dieci-quindici anni. «Il prossimo anno segnerà la fine delle mode, del cocooning (dello stare nel proprio guscio protettivo), dell’etnico, del minimalismo e sarà contraddistinto da una nuova capacità di improvvisare gli spazi, da un paesaggio abitativo che si definisce giorno per giorno sui bisogni individuali e del gruppo. La cucina che diventa living, la sala con un grande tavolo dove si lavora e dove la famiglia si ritrova per giocare e fare cose insieme. Con un’unica parola chiave, fortissima: naturalezza».
Per i giovani «fluidi» gli arredi perdono lo status di rappresentazione della condizione socio-economica Francesco Morace Il sofà su cui sdraiarsi e la tv iper tecnologica: simboli della nuova versione del focolare domestico Nanda Vigo Finalmente anche chi non ha spazi all’aperto sarà trendy. Grazie ai LED, alle mini serre e ai propagatori Carlo M. E. Contesso