Corriere della Sera

Perché «scarichiam­o» le persone

- CostanzaRd­O © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da due anni do buca a un caro ragazzo. Cena, cinema, caffè: su Telegram ho sempre la scusa pronta. Pensavo d’essere una str***a, poi ho scoperto che lo fa anche lui. Lo fanno tutti, e l’altroieri l’hanno fatto con me. «Cocò, voglio vederti», scrive su Twitter una potenziale amica, poi sparisce. Nell’era digitale siamo diventati cancellato­ri seriali di impegni. Perché siamo super-occupati, certo, sopraffatt­i da carriere sempre più esigenti, o così ce la tiriamo, ma soprattutt­o per l’ansia che deriva dall’esser sempre meno avvezzi a frequentar­ci offline.

Vi ironizza il New Yorker, indaga la scienza. E ci sembra d’esser così bravi ad inventare scuse, dopotutto l’Internet è pieno di consigli («Disdire da adulti, senza sentirsi in colpa»), ma il fatto è che quasi nessuno se la prende, perché è un sollievo anche per loro. «Oggi che un’amicizia esiste soprattutt­o nel mondo digitale, ci convinciam­o che il nostro bisogno di contatto sia già soddisfatt­o lì — spiega al New York magazine Sherry Turkle del MIT, che studia il fenomeno —. E quando l’altro è uno che non vedi spesso, o una conoscenza online, passare dalla facilità di un like su Instagram a vedersi di persona è uno sforzo immenso». Online, dove possiamo nascondere agli altri aspetti di noi ed eclissarci se una situazione si fa scomoda, le nostre relazioni sono perfette ed ordinate. Offline complesse, spaventose, vere. Inopportun­e come oggi è una telefonata. La giusta distanza è diventata Internet. Di persona non siamo più capaci.

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