Quegli «scalini» che Federica sa dominare
Federica Brignone ha vinto il gigante di Lienz, ma le sue compagne, Marta Bassino, Sofia Goggia e Manuela Moelgg hanno steccato la seconda manche (l’altoatesina anche la prima) dopo una prima discesa conclusa a pochi centesimi dal podio. Tutte e 4 classificate tra le top seven al mondo, sono attese ai primi posti in ogni gara grazie a ordini di partenza super favorevoli. Risultati soddisfacenti dopo la prima manche, non confermati sinora nella ribattuta, salvo i 3 podi della Moelgg: tutte le azzurre hanno sempre patito i percorsi più rovinati del secondo tracciato. Federica ha dimostrato di aver superato i postumi dell’incidente d’inizio stagione ed è riuscita a esprimersi anche nella seconda manche. Brignone è nata scivolatrice, per questo la considero la più forte velocista italiana, perché dispone gli sci sulla neve senza incidere sulle lamine. È un sistema tecnico che consente curve molto rotonde e soprattutto di superare senza inconvenienti gli «scalini» che si formano al passaggio dei concorrenti. Le compagne patiscono gli scalini, quindi si siedono ed entrano in ritardo sul palo. Goggia ha perso la brillantezza neuromuscolare dello scorso anno (troppa forza?) mentre Bassino, anch’essa grande scivolatrice, denota carenza di potenza in quanto non riesce a dominare gli sci su tracciati angolati, quindi più scalinati, come quelli di quest’anno.