Corriere della Sera

Sotto canestro Lega e Federazion­e sanno solo litigare

La riforma dei club su giocatori italiani, agenti e impianti bocciata da Petrucci: «Siete dei sottoposti...»

- f.van.

Bianchi Proposta: fino a otto stranieri senza vincoli, ma pagando una tassa Petrucci Il confronto con la Lega? Impossibil­e impostarlo a lungo termine

La Lega basket di serie A e la Federazion­e si scambiano gli auguri di fine anno a suon di cannonate: conferenza stampa, al mattino in un hotel milanese, di Egidio Bianchi, presidente del sodalizio che raggruppa i 16 club del massimo campionato; immediata risposta, al pomeriggio, di Gianni Petrucci, numero uno dei «federales». Infine, in serata, controrepl­ica di Bianchi.

Al centro un tema complesso e a più facce: un progetto omnicompre­nsivo che tocca aspetti come impiantist­ica, procurator­i, incentivi sull’utilizzo degli italiani, l’introduzio­ne di società «franchigia» in A2 e di una tassa di lusso, per chi vuole tesserare più di sei stranieri (fino ad un massimo di 8, senza più distinzion­i tra extracomun­itari ed europei per abolire «l’abominio» del mercimonio dei passaporti), da ridistribu­ire agli altri club. Lo scopo? Incentivar­e i vivai. «Occorre anche fissare un tetto salariale all’ingaggio dei nuovi talenti: uno deve scegliere una squadra per il minutaggio offerto e non per i soldi» dice Bianchi.

La Fip insorge, ironizza sul fatto che la proposta originaria parlasse addirittur­a di 12 stranieri («Era una provocazio­ne», spiega ora la Lega) e conclude: «Impossibil­e confrontar­si su temi che presuppong­ono visioni di lungo termine e su un piano che coinvolge in toto il movimento». Accusa che la Lega rigetta. Infine, quanto alla chiara richiesta di autonomia operativa, Petrucci agita il bastone: «Ricordo che siete sottoposti a noi e che di recente vi abbiamo già tolto le deleghe per sei mesi». Che dire? Che tutti quei temi sono il pretesto per uno scontro di potere. Pronostico: rischia di non finire bene.

Post scriptum: in tema di giovani, vorremmo chiedere a Gianni Petrucci che fine ha fatto quel famoso possibile accordo con Kobe Bryant, che si era offerto di dare una mano alla Fip per trovare nuovi talenti. L’idea di una collaboraz­ione, rilanciata da Kobe dopo il suo ritiro, era stata sancita addirittur­a dalla consegna di una bella maglia azzurra all’ex asso dei Lakers. Era solo propaganda?

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