Casaleggio: troppi lacci? Una multa è il minimo per chi tradisce gli elettori
Lo stratega di M5S: vogliamo il vincolo di mandato
Davide Casaleggio, perché questa rivoluzione nel M5S?
«La nuova associazione era necessaria per consentire al Movimento di partecipare alle elezioni Politiche, viste le nuove leggi sui partiti. Ci lavoravamo da tempo. In più volevamo puntare sulla competenza: sia per la selezione dei candidati sia aprendo alle persone di buona volontà. La nostra stella polare rimane la democrazia diretta».
Non teme che i cambi possano creare uno scollamento con la base?
«I nostri sostenitori sono sempre al nostro fianco, prova ne è lo straordinario contributo che stanno dando alla campagna elettorale con le piccole donazioni di media di 30 euro. Abbiamo raccolto in meno di un mese oltre 200.000 euro».
Lei nega che il M5S si stia avvicinando sempre più alla forma di un partito tradizionale eppure la presenza di figure come un capo politico o un tesoriere sembrano contraddirla.
«Le ripeto che la nuova struttura è finalizzata alla partecipazione alle Politiche. Il tesoriere esiste perché lo richiede la legge, ma il nostro non gestirà soldi dal momento che il Movimento 5 Stelle a differenza di tutti i partiti rifiuta i finanziamenti pubblici. I partiti sono tali perché gestiscono soldi pubblici, noi li abbiamo sempre rifiutati e continueremo a farlo».
A proposito del capo politico: come deciderà la linea del partito? «È tutto spiegato nello Statuto».
L’obbligo di votare la fiducia, il controllo stretto del capo politico. Non saranno un po’ troppi i lacci per i parlamentari? Alcuni, come la multa per i voltagabbana, sembrano contrari alla Costituzione. «Non è un mistero: vogliamo inserire il vincolo di mandato. È nel nostro programma dal 2013 e credo che sia atteso dalla stragrande maggioranza degli italiani. Una multa è il minimo per chi tradisce gli elettori che lo hanno votato. Dovrebbero farlo anche i partiti». Come pensa la possano rispettare gli esponenti della società civile che si candideranno con voi?
«Per essere nelle liste del Movimento bisogna accettare questa condizione che è a garanzia prima di tutto dei cittadini». Nessun veto sulle alleanze. Avete cambiato idea?
«Luigi Di Maio ha spiegato molto bene qual è la posizione che terrà il Movimento dopo il voto nei confronti di tutte le forze politiche. Posizione che condivido in pieno».
Non teme falle nei vostri filtri per evitare la presenza in lista di esponenti non in linea con il codice etico?
«Presto sapremo quante sono le candidature. Ma non temo falle. Il nostro codice Etico è chiaro così come i processi che abbiamo individuato per la selezione dei candidati. Mio padre in piazza San Giovanni disse che per cambiare l’Italia ci vogliono tre ingredienti: l’onestà, la trasparenza e la competenza. A questo ci ispiriamo per la selezione dei candidati». Perché un contributo di 300 euro mensili agli eletti?
«Il contributo è per la piattaforma informatica che sarà a disposizione degli eletti per strumenti di condivisione e collaborazione online». Un contributo per Rousseau? Cioè?
«È uno strumento per la democrazia diretta. Stiamo sviluppando strumenti molto innovativi che saranno disponibili a partire dalla prossima legislatura. Rousseau sta continuando a evolversi e suscita sempre più curiosità in tutto il mondo perché è un unicum di cui andiamo orgogliosi».
Non siamo un partito La nuova associazione era necessaria per consentire al Movimento di partecipare al voto