«Al voto per la lotta contro i populismi»
Tajani: Salvini ha rinunciato all’idea di uscire dalla moneta unica
Antonio Tajani al Corriere: «La disaffezione al voto lascia spazio ai populismi» ma «il centrodestra può vincere». E sulla Lega: «Salvini ha rinunciato all’idea di uscire dalla moneta unica».
Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha toccato «un punto cruciale» con il monito ai partiti perché si impegnino a riportare gli italiani alle urne. E Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, lo fa suo. Andando oltre: «La disaffezione verso il voto, che in Italia non è un dato fisiologico ma un segno di malcontento diffuso, lascia spazio all’avanzata del populismo e mette a rischio la stabilità del Paese. Ma per combatterla c’è un solo modo: riportare il dibattito politico sui temi concreti confrontandosi in questa campagna elettorale su proposte, realistiche e non fantasmagoriche, su almeno quattro temi essenziali: lavoro e sviluppo, immigrazione, terrorismo ed Europa».
Sta dicendo che, a due mesi dal voto, i partiti non lo stanno facendo?
«Siamo solo all’inizio della corsa, ma è bene essere chiari: da presidente della massima istituzione europea mi sento di fare un appello a tutti perché non si assista ad una rissa, ma a un confronto sui programmi. Un’Italia forte e con le idee chiare serve all’Europa, e nello stesso tempo solo un’Italia forte e con le idee chiare può pretendere che questa Europa cambi e sia più vicina ai cittadini, con meno burocrati e più politica».
Lo schieramento di cui lei fa parte, il centrodestra, non sembra però così coeso sui temi che lei ha indicato, non è un problema?
«Io credo che il centrodestra abbia tutte le carte in regola per vincere le elezioni presentando un programma credibile: sull’economia è condivisibile l’obiettivo dell’abbassamento della pressione fiscale — anche con la flat tax —, della riduzione del cuneo fiscale che potrebbe avvenire anche utilizzando i fondi europei per le aziende disposte ad assumere giovani, della sbrurocratizzazione e dello sblocco dei pagamenti alle aziende da parte della pubblica amministrazione. Ma bisogna che questi temi siano al centro del dibattito, non laterali».
Sull’Europa però ancora non si è capito se Lega e FI siano in sintonia.
«A me pare che Salvini abbia ormai abbandonato l’idea di una ipotetica quanto irrealizzabile uscita dall’euro: la sua richiesta di cambiare i trattati è giusta, ma appunto adesso vanno formalizzate le posizioni e rilanciate. E va fatto su questo come sul tema dell’immigrazione, e la contrarietà espressa dal centrodestra allo ius soli mi pare giusta, perché è un tema che si può affrontare solo in ottica europea e non nazionale, come quello del terrorismo, pericolo ancora reale e concreto».
Insomma, non si aspetta una spaccatura tra Berlusconi e Salvini, e magari un’alleanza tra M5S e Lega dopo il voto?
«Escludo un’alleanza di questo genere, credo nella lealtà assoluta da parte della Lega da questo punto di vista».
Da uomo del centrodestra lei auspica una vittoria del suo schieramento, ma da rappresentante dell’Europa cosa si aspetta dal voto in Italia?
«In Europa ci si aspetta stabilità. Io credo che possa assicurarla il centrodestra, ma in ogni caso servirà un governo stabile, indispensabile per noi come per l’assetto e gli equilibri generali di un’Europa all’anno zero, da ricostruire e rilanciare. Non si può lasciare che i progetti e le spinte arrivino solo da Merkel e Macron».
Se il centrodestra vincesse, o se si arrivasse a un governo di larghe intese, per molti potrebbe essere lei l’uomo adatto a governare l’Italia.
«Il mio posto è in Europa. La presidenza di un italiano di una istituzione come il Parlamento europeo dà lustro al nostro Paese, e io intendo rimanere al mio posto fino alla fine della legislatura. Seguo la politica italiana, la vivo, ma il mio auspicio è solo uno: che Silvio Berlusconi possa tornare al più presto a guidare il centrodestra grazie al verdetto che aspettiamo dalla Corte di Strasburgo».
Le alleanze «Escludo un’alleanza con i Cinque Stelle, credo nella lealtà assoluta della Lega»