Corriere della Sera

I saldi giocano d’anticipo, ultima spinta ai consumi che può aiutare la crescita

- di Francesca Basso

A ben guardare gli sconti sono cominciati prima di Natale, in maniera ufficiosa, nel tentativo da parte dei commercian­ti di dare una spinta ai consumi e di intercetta­re subito quel po’ di liquidità messa a disposizio­ne delle famiglie dalla tredicesim­a. Da oggi però si parte davvero: i saldi cominciano in Basilicata, domani in Valle D’Aosta e da venerdì in tutte le altre regioni, fatta eccezione per la Sicilia che aspetterà sabato. Ma già le associazio­ni di categoria e dei consumator­i parlano di flop a chiusura di un anno al di sotto delle attese. Perché se è vero che la crisi è alle spalle e le nostre imprese hanno ripreso a produrre, è anche vero che i consumi interni restano deboli come ha certificat­o l’Istat quando a inizio dicembre ha rivisto al ribasso, seppure di uno zero virgola uno, la crescita del Pil nel terzo trimestre fermandola a +0,4% e su anno a +1,7%. Mettendo in risalto il contrasto tra l’export che traina la ripresa e la domanda interna che non decolla. Certo sono cambiate le abitudini di acquisto degli italiani, con l’ecommerce e le offerte tutto l’anno che fanno concorrenz­a ai punti vendita tradiziona­li. L’introduzio­ne poi dell’americano «black friday» a novembre, con sconti speciali nei negozi e online, può avere anticipato le spese degli italiani. Comunque, secondo un’indagine Swg realizzata per Confeserce­nti, un italiano su due (il 47%) farà almeno un acquisto in saldo e destinerà alla spesa circa 150 euro. Resta però la constatazi­one che il 2017 è stato «l’ennesimo anno fiacco — lamenta Roberto Manzoni, presidente di Confeserce­nti —: anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese. E senza una ripresa sostenuta, il settore del commercio moda continua a soffrire: nel 2017 sono spariti altri 2.400 negozi, più di 6 al giorno».

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