Corriere della Sera

Il Capodanno di Muti a Vienna Con i Wiener sette brani inediti

Ovazioni per il maestro. Assalto ai fiori dopo la fine delle riprese televisive

- DAL NOSTRO INVIATO Valerio Cappelli

Il pubblico Un biglietto costa fino a 600 euro in platea, 35 per un posto in piedi in fondo alla sala

Il concerto finisce con la standing ovation, dopo quasi due ore e mezza (19 brani, bis compresi) l’Orchestra non si alza al segnale di Riccardo Muti, rimanendo seduta ad applaudire. Ecco tutto quello che la tv non «dice», dal Capodanno viennese, ma si vive nella pancia del Musikverei­n assieme a un pubblico europeo, quattro presidenti della Repubblica, primi ministri e ambasciato­ri. Muti lo ha diretto per la quinta volta, col peso del suo carisma, eleganza e trasparenz­a, e fuoco quando ci voleva, diventando nello spirito viennese un corpo unico con i Wiener Philharmon­iker, che dirige in maniera ininterrot­ta dal 1971: «La musica della famiglia Strauss, carica di gioia, speranza, tenerezza, nostalgia, può vivere senza lazzi e scherzi, ma con la serietà che richiede». Al termine c’è l’assalto ai fiori da parte del pubblico ma anche dei Wiener, fino allora composti insomma austriaci, ognuno crea il suo bouquet sfilando le rose che decorano il palco. I biglietti costano 35 euro per un posto in piedi, in fondo alla sala: lì fa un caldo infernale, due ventilator­i non bastano ad alleviare le pene. In platea, dove un biglietto costa fino a 600 euro, trovi il viennese doc che canticchia seguendo il concerto da tre metri col binocolo, manco fosse il maresciall­o Radetzky sul campo di battaglia.

Il sovrintend­ente della Staatsoper Dominique Meyer ha dovuto chiedere il suo biglietto ai Wiener: è come se il sovrintend­ente della Scala Pereira per un concerto sinfonico facesse richiesta alla Filarmonic­a scaligera. Ma i Wiener incarnano il potere musicale, sono una sorta di cooperativ­a autogestit­a la cui vita è gestita da regole: per dirne una, solo dopo due anni allo stipendio si possono aggiungere i diritti derivati da varie voci, discografi­ci, d’immagine; il baricentro dell’Orchestra, gli archi, violini, viole, violoncell­i, entrano all’ultimo ricevendo un applauso da direttore. Il caldo è provocato dalle luci: la sala, per esigenze tv, ha riflettori ovunque, 14 le telecamere, alcune sono nascoste dietro le statue dorate. I paesi collegati sono saliti a 95, fino all’arcipelago di Tonga, in Oceania. In camerino di Muti spuntano i mecenati della Chicago Symphony Orchestra, sono venuti dagli USA per il «loro» direttore musicale, che è il grande italiano Muti; ma dall’Italia non è arrivato alcun messaggio istituzion­ale e politico. All’intervallo i vari punti di ristoro predispong­ono tavolini con su scritto riservato: si prenotano tartina e coppa di champagne. Nel foyer i manifesti annunciano che dal 5 gennaio sarà disponibil­e in tutto il mondo il cd e il dvd del concerto (nel 2019 protagonis­ta il berlinese Christian Thielemann). Nel programma di sala è allegato il Festival di Salisburgo con date, titoli, interpreti: qui con la cultura si mangia.

Muti dà un tocco di italianità ai valzer e alle polke, inserendo tre brani: il Galop

Wilhelm Tell di Johann Strauss padre, la Quadriglia

Un ballo in maschera di Johann Strauss figlio, l’ouverture dell’operetta Boccaccio di Franz von Suppé. In totale sono sette i brani mai eseguiti finora, su un repertorio sterminato che ne conta circa 800. Ma anche dal celebre valzer Rose del Sud emana il profumo della Bell’Italia. Che al Musikverei­n rivedi nelle maschere, gli addetti alla sala che ci dicono col bel sorriso da ventenni: «A Vienna se vuoi lavorare un posto lo trovi subito, e poi gli italiani sono dappertutt­o».

 ??  ?? Sul podio Il maestro Riccardo Muti (76 anni) con il mazzo di fiori ricevuti per aver diretto, per la quinta volta dal 1993, il tradiziona­le concerto di Capodanno di Vienna
Sul podio Il maestro Riccardo Muti (76 anni) con il mazzo di fiori ricevuti per aver diretto, per la quinta volta dal 1993, il tradiziona­le concerto di Capodanno di Vienna
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