Il balzo dell’influenza: come difendersi
Mezzo milione di contagi a settimana. Sonno, riposo e molta acqua la terapia migliore
Sono già due milioni gli italiani che hanno preso l’influenza: i casi sono aumentati bruscamente dal 18 al 24 dicembre, specie tra i bambini. L’apice previsto a gennaio. Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Calabria le regioni più colpite. Sempre raccomandata la vaccinazione. Non c’è una cura specifica: riposo e letto, uniti al rispetto dei tempi di convalescenza, sono la migliore terapia.
L’hanno già presa circa due milioni di italiani. Tra novembre e inizio di gennaio l’infezione virale più diffusa dell’inverno ha guadagnato terreno di settimana in settimana, al ritmo di 400-500 mila contagi per volta. Si fermerà qui o la curva salirà ancora più su a febbraio, con un picco tardivo? È l’incognita che accompagna la più imprevedibile, temuta e a volte sottovalutata malattia infettiva: l’influenza.
1 A che punto siamo?
I casi sono aumentati bruscamente dal 18 al 24 dicembre, soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni (quasi 19 ogni 1.000 bambini assistiti), seguiti dai più grandicelli tra i 5 e i 14 anni (12,65%). Quando i casi superano i 13,50 per mille si parla di intensità molto alta. La chiusura delle scuole ha arginato i contagi e il momento della verità è atteso al riavvio di lezioni e lavoro in ufficio. «L’apice ci potrebbe essere a gennaio ma sappiamo che l’influenza non risparmia sorprese. Per il momento l’epidemia sembra ricalcare quella dello scorso anno, con 5 milioni di casi in tutta la stagione», è prudente Gianni Rezza, direttore dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.
2 Quali sono i virus circolanti?
Il sistema di sorveglianza del ministero della Salute Influnet basato sulle segnalazione di medici-sentinella distribuiti sul territorio per ora ha rilevato la presenza di due dei tre ceppi virali caratteristici dell’epidemia influenzale in corso: il B e l’A H1N1. Manca all’appello il terzo componente del vaccino, l’A H3N2 che nell’emisfero australe si è dimostrato aggressivo. «Risulta che sia cambiato più del normale rispetto all’inizio di stagione e questo potrebbe comportare una maggiore diffusione e più infezioni respiratorie come complicanze», mette in guardia Giorgio Palù, presidente della società europea di virologia.
3 Quali sono le Regioni più colpite?
Piemonte, provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Calabria hanno un’incidenza superiore a quella nazionale. Bisogna aggiungere però che le segnalazioni non sono sempre tempestive. Per prevenire la corsa al pronto soccorso pediatrico dei tre ospedali San Camillo, Bambino Gesù e Policlinico Gemelli, il Lazio ha tenuto aperti in queste settimane calde anche sabato e domenica i poliambulatori di quartiere con medici di famiglia e pediatri.
4 Ha un senso vaccinarsi adesso?
Anche se tardiva, la vaccinazione è sempre raccomandata soprattutto per le persone che hanno più di 65 anni, malati cronici e operatori sanitari. Per queste fasce di popolazione il vaccino è gratuito. Il successo della campagna antinfluenzale negli ultimi anni è in flessione dopo il caso del ritiro di lotti di farmaco per il sospetto che non fossero conformi, timore poi smentito dai controlli. Da allora è cresciuta l’ostilità nei confronti di una profilassi che è invece un’arma in più per contrastare l’insorgenza di complicanze anche mortali.
5 E la cura?
Non c’è una cura specifica contro i virus influenzali. Il sonno è un’ottima medicina e favorisce il processo di guarigione. Riposo e letto sono la migliore terapia uniti al rispetto dei tempi di convalescenza. La malattia deve fare il suo corso e accelerare il ritorno a scuola o in ufficio è un rischio non solo per se stessi ma anche per gli altri, esposti al contagio. L’alimentazione aiuta la ripresa. Fondamentale bere molta acqua, cibi leggeri.
6 I sintomi sono chiari?
L’influenza non va confusa con altre sindromi virali. Colpisce le vie respiratorie attraverso gola e naso, non coinvolge l’intestino. La febbre sala velocemente sopra i 38 gradi, accompagnata da brividi, dolori ai muscoli, mal di testa e almeno un sintomo respiratorio (tosse, mal di gola). Anche ai bambini sono sconsigliati gli antibiotici.
7 Un secolo fa il mondo veniva colpito dalla peggiore di tutte le influenze, la Spagnola. C’è il rischio di nuove pandemie?
Alla Spagnola del 1918 è seguita l’Asiatica nel 1957, poi la Hong Kong nel 1969. La quarta (soprannominata febbre suina) è arrivata nel 2009 ed è stata l’unica che è stato possibile prevenire col vaccino. Il rischio di nuove pandemie esiste in quanto i virus possono avere mutazioni repentine. Però l’uomo è sempre più pronto a contrastarle.