Prof molestava con WhatsApp
Roma, il caso al liceo Tasso. Apprezzamenti e proposte erotiche su WhatsApp. Le allieve denunciano
Professore di filosofia indagato per molestie alle allieve al liceo Tasso di Roma. Apprezzamenti e proposte erotiche su WhatsApp. La denuncia delle ragazze.
Una volta è l’apprezzamento hard. ROMA Un’altra la proposta erotica.
Accade al liceo Tasso, classico fra i più prestigiosi della capitale, quello che si pensava accadesse essenzialmente sul (temuto) sofà del produttore. Ossia di ricevere una raffica di proposte a sfondo sessuale dal proprio insegnante. Con quel ricatto che, in casi del genere, è implicito nel gioco delle parti: o ti adegui oppure è peggio per te.
La prima a denunciare è stata una ragazzina minorenne. Poi si è fatta avanti un’altra. Infine una terza, diciottenne, si è presentata davanti ai magistrati. Tutte hanno raccontato lo stesso comportamento depositando i messaggi della chat memorizzati nel proprio cellulare. I testi non richiedono particolari sforzi di interpretazione, sono tutti perfettamente espliciti. WhatsApp serviva a veicolare le avance del docente.
Il pubblico ministero Francesca Passaniti, componente del pool che a Roma si occupa dei reati sessuali, indaga per molestie. L’uomo, un docente di storia e filosofia, è già stato iscritto sul registro degli indagati e potrebbe essere interrogato a breve.
La sua versione aiuterà a pesare meglio le accuse ma, al momento, non ci sono elementi per ipotizzare la violenza sessuale. Mentre ce ne sono per temere che il numero di vittime sia più elevato. Il meccanismo sembra consolidato: ho il tuo cellulare, sei una mia studentessa, prendo l’iniziativa. Sono arbitro delle tue sorti (scolastiche), non puoi denunciarmi. Se lo fai è a tuo rischio e pericolo. Difficile avventurarsi in questi casi.
La versione offerta dalle ragazze coincide: siamo decisamente fuori dal perimetro di un comune flirt.
Gli investigatori stanno approfondendo ogni dettaglio, incluso quello più banale: in che modo l’insegnante è riuscito a ottenere il numero di cellulare delle sue studentesse. Non è affatto chiaro come e perché si sia sentito autorizzato a invadere la sfera emotiva delle ragazze. Ma non è questo l’unico interrogativo che rimane aperto. È probabile, almeno dopo la denuncia della prima ragazza, che qualcuno, all’interno della scuola, sia stato avvisato. Ma allora come mai non è stata presa un’iniziativa?
Soprattutto preoccupa il futuro. L’interferenza nella vita emotiva di una diciassettenne è difficile da valutare ma, a questo punto, in gioco sembra esserci la reputazione di uno dei licei più antichi e apprezzati della capitale. L’ultima vicenda di manipolazione nel rapporto maestro-allieva risale all’ottobre scorso: l’arresto dell’insegnate di karate di Brescia. Sei vittime, tutte sue allieve. Molte minorenni. In quel caso si era arrivati alla violenza sessuale.