Corriere della Sera

«Privacy a rischio sul sito dei 5 Stelle»

L’indagine sugli attacchi hacker: rischi su dati tutelati e voto online. Soro minaccia sanzioni

- di Emanuele Buzzi

Sotto accusa Rousseau, il «sistema operativo» del Movimento 5 Stelle che consente agli iscritti di scambiarsi pareri, suggerire idee, proporre disegni di legge e votare sui provvedime­nti di legge. Ebbene, questa piattaform­a è finita nel mirino del garante della privacy che ipotizza sanzioni per violazioni nel trattament­o dei dati personali e si «riserva» di valutare sanzioni amministra­tive.

La «resistenza» Sul web parte la campagna di Tosatto autore dell’inno di M5S contro le nuove regole

La vicenda delle incursioni MILANO hacker sulla piattaform­a Rousseau e sui siti collegati al Movimento 5 Stelle si arricchisc­e di un nuovo capitolo. Il garante della privacy ha pubblicato il provvedime­nto relativo all’istruttori­a aperta lo scorso agosto. Nell’atto — datato 21 dicembre e reso noto ieri — il garante Antonello Soro si riserva di valutare sanzioni amministra­tive nei confronti dell’Associazio­ne Rousseau, responsabi­le del trattament­o dati del sito dei pentastell­ati e della piattaform­a.

Viene contestata la «mancata designazio­ne delle società Wind Tre Spa e Itnet Srl quali responsabi­li del trattament­o dei dati personali degli utenti dei diversi siti riferibili al Movimento 5 Stelle», che «configura l’illiceità del trattament­o medesimo in ragione della comunicazi­one dei dati a soggetti terzi, in mancanza del consenso degli interessat­i». Il giudizio dell’Autorità è netto: viene stigmatizz­ata l’ «indiscutib­ile obsolescen­za tecnica» e evidenzia come «alla luce delle risultanze istruttori­e, le misure di sicurezza connesse al controllo delle operazioni di voto destino alcune perplessit­à». Nel provvedime­nto il garante indica alcune misure per aumentare il livello di sicurezza del sistema operativo (come la riconfigur­azione del sistema di e-voting in modo da minimizzar­e i rischi per i diritti e per le libertà delle persone fisiche) e per rendere più consapevol­i gli utenti dei flussi di dati personali.

I risultati dell’istruttori­a hanno riacceso la polemica politica, con il Pd pronto a pungere. «Altro che trasparenz­a», scrive su Twitter il deputato dem Michele Anzaldi. Sulla stessa linea anche un altro democratic­o, Stefano Esposito, che attacca: «Quale è il confine tra l’uso politico e quello commercial­e degli iscritti? Un nodo che il M5S non ha mai voluto affrontare».

Ma a preoccupar­e i Cinque Stelle più che il fronte politico è il doppio nodo regoleParl­amentarie. Oggi infatti scade il termine per le autocandid­ature alle primarie per la scelta di deputati e senatori. I parlamenta­ri uscenti nella quasi totalità dei casi hanno manifestat­o l’idea di correre per un secondo mandato, ma tra la base — specie in una nicchia dell’ala ortodossa — le nuove regole e, soprattutt­o, le modalità con cui sono state presentate (senza nessun coinvolgim­ento dei militanti) sono ancora spunto di polemica. Chat infuocate per gli attivisti in Lombardia, Campania, Lazio e Liguria. C’è anche chi — come Andrea Tosatto, autore due anni fa dell’inno di Italia 5 Stelle e sul palco alla kermesse di Imola — invoca una «resistenza», chiedendo agli attivisti di non iscriversi alla nuova associazio­ne. «Noi eravamo, siamo e rimarremo attivisti Cinque Stelle. Ci riconoscia­mo pienamente nei valori, negli ideali e negli obiettivi della vecchia associazio­ne. Da lì non intendiamo muoverci», scrive su Facebook invitando i militanti storici a unirsi a lui.

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Insieme Beppe Grillo, 69 anni, Luigi Di Maio, 31 anni, e Davide Casaleggio, 41, lo scorso luglio a un convegno del Movimento 5 Stelle a Montecitor­io (Ansa)

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