Due pattinatori per due Coree
Seul risponde al discorso di Kim Jong-un. Si va verso la tregua olimpica?
Seul risponde al discorso di Capodanno di Kim Jong-un: crescono le speranze per una tregua olimpica tra i due Paesi.
Il governo di Seul merita la medaglia d’oro per la rapidità di risposta (positiva) al discorso di Capodanno di Kim Jong-un. Lunedì il Maresciallo nordcoreano si era detto disponibile a discutere sull’invio di una rappresentativa alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud, e ieri i fratelli-nemici sudcoreani hanno offerto colloqui ad alto livello da tenere il 9 gennaio. La premura è dovuta sia ai tempi stretti prima dell’inaugurazione dei Giochi, il 9 febbraio, sia all’ansia del presidente sudcoreano Moon Jaein di aprire finalmente un canale diretto di colloqui con Kim e scongiurare la guerra nella penisola. La tregua olimpica sarebbe un primo passo.
Ha avuto troppa fretta e fiducia Moon, visto che nel messaggio dell’altro giorno Kim ha anche minacciato gli Stati Uniti sostenendo di avere il bottone nucleare sulla scrivania? C’è il sospetto che il capo nordcoreano stia cercando di insinuare un cuneo tra sudcoreani e americani. Seul dice che la proposta di trattativa olimpica è stata discussa con Washington. Su Twitter Donald Trump sostiene che «le sanzioni e “altre” pressioni cominciano ad avere un forte impatto sulla Nord Corea. L’Uomo Razzo per la prima volta vuole parlare con Seul. Forse è una buona notizia, forse no: vedremo».
Al momento a Seul prevale l’ottimismo. Se martedì 9 gennaio alti funzionari nordisti si siederanno al tavolo davanti ai sudisti nella «Peace House» di Panmunjom, sul 38° Parallelo, sarà uno sviluppo incoraggiante per il presidente Moon: i primi colloqui formali tra le due parti dal dicembre 2015. Però, i nordcoreani sono negoziatori duri e poco affidabili: per decenni hanno lucrato a più riprese concessioni economiche e politiche senza desistere dalla corsa alle armi di distruzione di massa. Trump osserverà attentamente; a Washington il potente senatore Lindsey Graham già sostiene che gli Stati Uniti dovrebbero boicottare Olimpiadi a cui partecipassero atleti nordcoreani.
Ma quanti potrebbero essere i campioni di Kim sulle nevi e le piste ghiacciate di Pyeongchang 2018? Per ora i qualificati sono solo due. Una coppia di pattinatori di figura: lei si chiama Ryom Tae-ok, 18 anni, lui Kim Ju-sik, 25. Ryom e Kim si sono preparati in Canada, seguendo i consigli di un allenatore e una coreografa di Montréal.
Tra gli accorgimenti fondamentali per il pattinaggio artistico su ghiaccio c’è la scelta della colonna sonora che deve ispirare le figure e trasmettere emozione. I ragazzi nordcoreani di solito si esibiscono al ritmo dello Schiaccianoci di Tchaikovsky e A Day in the life dei Beatles. I costi delle loro trasferte sono stati a carico del Comitato olimpico, che sarebbe ben lieto di pagare anche per la partecipazione di una bella delegazione nordcoreana alle Olimpiadi. Pure se le qualificazioni sportive sono finite e i tempi per l’iscrizione scaduti, gli organizzatori di Pyeongchan hanno sempre la possibilità degli inviti personali.
E se anche i suoi atleti non dovessero conquistare medaglie olimpiche, Kim ha sempre a disposizione una propaganda efficiente nel «ritoccare» i risultati. Il Mansudae Art Studio prepara poster per celebrare i «successi» dei campioni locali. Alcuni sono reali: il più famoso è quello della Corea del Nord sull’Italia al mondiale del 1966 con il goal di Pak Doo Ik. Un disegno mostra una fase di gioco e sullo sfonda spicca un leone. Ma non mancano distorsioni. Un video ha lasciato intendere che la Nazionale era andata in finale nella Coppa del mondo nel 2014. Altro esempio coinvolge la maratoneta Jong Song ok, presentata come medaglia d’oro ai Giochi di Sydney quando invece non ha mai partecipato. Sembra che l’allora presidente le avesse vietato di andare nel timore che fosse battuta. Sono comunque mosse per sottolineare i progressi del Paese sotto assedio.
La sfida, andando oltre lo sport, è reale e seria. In attesa dei colloqui del 9 gennaio a Pyeongchang, sulle discese olimpiche si esercitano soldati sudcoreani e americani del contingente antiterrorismo. Comunque vada a finire, saranno Giochi di Guerra fredda.