Ecco i conti che non tornano sull’occupazione
Il richiamo di Mattarella e i 6 milioni di italiani disoccupati o lavoratori potenziali in cerca di occupazione
Secondo l’Istat in Italia ci sono oltre sei milioni di persone che sognano di lavorare, cioè il 15% dei circa 39 milioni di residenti con un età tra i 15 e i 64 anni: questa cifra si ottiene sommando i disoccupati (2,9 milioni) e i lavoratori potenziali in cerca di occupazione (3,2 milioni).
«Sottolineo, ancora una volta, che il lavoro resta la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro». Così Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno in televisione. Nonostante nella legislatura appena conclusa i posti di lavoro siano aumentati, tornando ai livelli precedenti la crisi economica, il richiamo del presidente della Repubblica è più che mai attuale perché sono ancora tante le anomalie e i problemi strutturali che devono essere risolti nel mercato del lavoro italiano.
Se il lavoro è in cima alle preoccupazioni delle famiglie è perché, sottolinea l’Istat, in Italia ci sono oltre 6 milioni di persone che sognano di lavorare, cioè il 15% dei circa 39 milioni di residenti con un’età fra 15 e 64 anni. Questi 6 milioni di aspiranti lavoratori si ottengono sommando i disoccupati, 2,9 milioni, e le «forze di lavoro potenziali», cioè coloro che non hanno cercato un impiego nelle ultime 4 settimane, ma sono subito disponibili a lavorare, che sono 3,2 milioni. I dati sono nell’ultima rilevazione disponibile, quella sul terzo trimestre 2017.
Si tratta non solo di creare più lavoro. E qui serve la crescita dell’economia. Ma di favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro perché, paradossalmente, aumentano le difficoltà delle imprese a trovare i lavoratori di cui hanno bisogno. Succede nel 21% dei casi secondo una recentissima indagine Unioncamere-Anpal. Nonostante la riforma, il sistema di collocamento è ancora inefficiente.