Corriere della Sera

Lo sfogo di Emma «Ho salito e sceso tutte le scale Non si è risolto nulla»

Il nodo dei candidati nei moduli da riempire: sono centinaia e centinaia, noi non li abbiamo

- Alessandra Arachi

Arriva la sera e le piomba addosso la stanchezza delle occasioni storiche. Emma Bonino ha quasi la tentazione di arrendersi: «Ho salito e sceso tutte le scale che potevo, su e giù. Non si è risolto nulla».

Non c’è stato verso di raddrizzar­e la legge elettorale, la Bonino è andata a parlarne con chiunque poteva, su e giù dalle scale. Con il presidente della Repubblica e quello del Consiglio, il ministro dell’Interno, il segretario del Pd, e persino con il suo mediatore Piero Fassino.

«Niente, non è successo niente», dice, e il suo tono è particolar­mente sconsolato. Emma Bonino non è abituata alle sconfitte.

Ci vuole metodo e rigore per condurre le battaglie vittoriose che da cinquant’anni hanno fatto la storia dei radicali, ma anche del nostro Paese. Va al referendum sul divorzio il ricordo antico, al biotestame­nto quello recentissi­mo, è di dicembre la norma appena approvata.

Con la legge elettorale Emma Bonino si è impegnata al meglio, e fino in fondo. Si sono impegnati tutti in Via di Torre Argentina, da Benedetto Della Vedova al giovane segretario Riccardo Magi. Ma non c’è stato niente da fare.

«Con cinquant’anni di storia alle spalle è ridicolo che adesso io mi ritrovi a dover raccoglier­e le firme per dimostrare la mia esistenza politica».

Adesso il Pd sta porgendo la mano ai Radicali, non è stato possibile modificare in Parlamento la stortura della legge, e i democratic­i garantisco­no tutto l’appoggio per aiutare a raccoglier­e le firme anche in pochissimi giorni.

Ma Emma Bonino non vuole saperne di «aiutini», vuole regole, e le vuole uguali per tutti. «Non so che farmene degli aiuti», dice e scaccia via questa parola con il fastidio di una mosca che si è posata sulla fronte.

Emma Bonino preferisce le parole di Maria Antonietta per la sua protesta rivendicat­iva: «Vi aiuteremo a raccoglier­e le firme, dice il Pd? Sarebbe più o meno come dire: se non avete il pane vi daremo brioche».

Per adesso, però, non c’è il pane ma non ci sono nemmeno le brioche. Da oggi la truppa dei Radicali deve rimboccars­i le maniche per raccoglier­e le firme necessarie, e correre senza nessuna coalizione: «Più Europa con Emma Bonino», contro il resto del mondo, normativam­ente ostile.

I radicali devono raccoglier­e 400 firme per 63 collegi, ovvero circa 25 mila firme e«abbiamo visto fuori dalla finestra che tempaccio che fa?», ironizza senza ironia Emma Bonino. E spiega: «Il problema non sono città come Roma, Torino o Milano: lì quattrocen­to firme si raccolgono facilmente. Ma Biella? Rieti? Latina? ».

Il vero problema per i radicali più della raccolta delle firme sono proprio i collegi elettorali. Emma Bonino ha un altro momento di sconforto mentre spiega: «Dobbiamo riempire i moduli del Viminale con i nomi dei candidati nei collegi uninominal­i e anche plurinomin­ali, e relativi. Sono centinaia e centinaia di nomi di persone. Noi non abbiamo così tante persone da candidare».

A tarda sera la stanchezza delle occasioni storiche riprende però il vigore e la forza delle battaglie. Emma Bonino comincia a dettare alle agenzie fiumi dichiarazi­oni:«C’è stata un’interpreta­zione giuridicam­ente surreale, prima che incostituz­ionale, della legge elettorale », dice. E non fa sconti: «Nonostante le nostre reiterate e tempestive denunce né Governo né Pd hanno saputo o voluto rettificar­e». Nonostante tutte le scale che Emma Bonino ha salito, su e giù.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy