Corriere della Sera

Addio a Imposimato, indagò sui misteri d’Italia M5S lo voleva al Colle

- Dino Martirano

È morto a 81 anni in un letto dell’ospedale «Agostino Gemelli» l’ex giudice Ferdinando Imposimato che indagò su tutti i misteri d’Italia (dal caso Moro, all’attentato a Giovanni Paolo II, alla morte di Michele Sindona) e che successiva­mente ha portato in Parlamento, dai banchi del Pci-Pds, le sue «verità alternativ­e» su stragi, servizi segreti deviati e interferen­ze di apparati stranieri.

L’ultimo innamorame­nto Imposimato lo aveva regalato al Movimento di Beppe Grillo — che lo ha pure proposto come candidato per il Quirinale — e infatti, dopo aver appreso la notizia del suo decesso, si è mobilitato lo stato maggiore del M5S, da Luigi Di Maio a Danilo Toninelli, da Chiara Appendino e a Virginia Raggi: «Con Imposimato non scompare soltanto un magistrato integerrim­o e un grande giurista ma se ne va anche una persona splendida, di grande umanità e sensibilit­à. Per tutto il M5S sono momenti di enorme dolore...».

Nel 1983, per vendetta trasversal­e, due killer della camorra assassinar­ono a Maddaloni (Caserta) il fratello del giudice Imposimato: si chiamava Franco, lavorava (ed era anche un sindacalis­ta) nello stabilimen­to della «Face standard». Quell’episodio ha segnato poi il magistrato impegnato per lungo tempo contro la criminalit­à organizzat­a prima di dedicare tutte le sue energie alle «altre verità» che hanno scandito le indagini sul sequestro Moro (1978) e sull’individuaz­ione del covo di via Montalcini, sull’attentato in piazza San Pietro (1981), sull’omicidio del vicepresid­ente del Csm Vittorio Bachelet (1980) e su quelli dei magistrati Riccardo Palma (1978) e Girolamo Tartaglion­e (1978).

In politica — eletto al Senato nell’87 come indipenden­te di sinistra nelle liste del Pci, poi confermato nel ‘92 e nel ‘’94 — Imposimato cambiò passo forzando, da un’altra prospettiv­a, le acquisizio­ni processual­i. I titoli dei suoi saggi, alcuni dei quali firmati con il giornalist­a Sandro Provvision­ato, danno la misura di quanto, poi, il giudice di Maddaloni si sarebbe spinto in avanti: «Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro?»; «Vaticano. Un affare di Stato. Le infiltrazi­oni, l’attentato. Emanuela Orlandi»; «La grande menzogna il ruolo del Mossad. L’enigma del Niger gate»: «La Repubblica delle stragi impunite».

Instancabi­le, Imposimato è poi ricomparso nell’epicentro dell’universo grillino e anche di recente si era visto in piazza Montecitor­io in occasione di alcune manifestaz­ioni, compresa quella contro i vaccini obbligator­i. Ma ora a ricordare il suo impegno civile si sono mossi anche alcuni ex colleghi magistrati: «Lavoratore sempre attento a ogni vicenda in quegli anni bui» (Carlo Mastelloni, procurator­e di Trieste); «Una vita dedicata alla giustizia» (Michele Emiliano); «Una passione per la Costituzio­ne» (Luigi de Magistris). Gero Grassi (Pd) ricorda infine: «Con lui va via pure qualche segreto sul caso Moro...». I funerali, domani alle 14 nella chiesa Mater Ecclesiae, di Roma.

L’impegno Due killer uccisero suo fratello per vendetta trasversal­e. Fu senatore per il Pci-Pds

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