Corriere della Sera

«Niente relazioni in ufficio» Le regole (illegali) del call center

Due dirigenti rinviati a giudizio: «Vietavano pure le uscite tra colleghi»

- di Giulio De Santis

La prima regola del «metodo della Fenice»: niente relazioni sentimenta­li tra colleghi. La seconda: mai aiutare il compagno di lavoro in difficoltà, anzi lasciarlo sbagliare, così che i superiori lo possano umiliare. La terza: divieto categorico di uscire la sera in gruppo senza i capi. Le sanzioni previste in caso di violazione di queste (e altre) regole? Rischio licenziame­nto, mortificaz­ioni davanti a tutti, emarginazi­one.

Il vademecum aziendale, valido 24 ore su 24, sarebbe stato imposto ai dipendenti del call center Euro Contatc srl — tuttora operativo insieme alla consorella Fenice srl, fra i cui clienti c’è anche l’Eni — dai dirigenti Rosa Fiorini e Cesare Porrà, rinviati a giudizio con l’accusa di atti persecutor­i. A dare il via all’inchiesta, la denuncia di una ex dipendente, Caterina (nome di fantasia), che ha lamentato di essere stata cacciata per aver violato la prima regola: nel giugno 2016 sarebbe stata allontanat­a per aver intrecciat­o una relazione con un team leader, pure lui messo alla porta. Cuore e lavoro non sembrano un binomio ben accetto nelle due società. Spiega il perché Enrico P., un ex dipendente sentito dalla pm Antonella Nespola: «Secondo la Fiorini, portano alla creazione di un nucleo troppo compatto». Vale a dire, pronto a non obbedire agli ordini.

«Non esiste alcun “metodo Fenice” — ribatte Elio Bellino Panza, difensore degli imputati — in azienda tutti possono avere relazioni sentimenta­li». Nel processo che inizierà a maggio per ora solo Caterina, assistita dall’avvocata Graziella Zingarelli, si è costituita parte civile. Tante però sono le testimonia­nze — concordi — raccolte durante le indagini, Oltre a quelli già elencati, il regolament­o non scritto prevedrebb­e altri obblighi. Per esempio: mai prestare soldi ad altri dipendenti. Oppure: cancellare dalla rubrica i telefoni dei colleghi licenziati. Poi, come scrive la pm, «le comunicazi­oni possono avvenire soltanto nel gruppo di WhatsApp aziendale». Altra regola: soffiata delle lacune del vicino di scrivania. Perché? Dice Enrico P.: «In questo modo la Fiorini va da chi è in difficoltà dandogli del fallito». Talvolta, aggiunge Noemi F., altra ex impiegata fuggita per lo stress, «noi ragazze ci vedevano il venerdì, solo se c’era la Fiorini, mentre i maschi uscivano con Porrà. Senza di loro non potevamo organizzar­e nulla». E Valentina M., andata via di sua iniziativa nel 2014 quando la Fiorini sosteneva che avesse una relazione con un dipendente: «Mi diede della poco di buono. Non volli nemmeno il Tfr».

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(Medusa) Capo telefonist­a Sabrina Ferilli guida le giovani addette del call center nel film «Tutta la vita davanti», tratto da un libro di Michela Murgia

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