Elisa Frauenfelder, maestra di pedagogia e formazione
La sua ultima sfida, lanciata appena poco più di un mese fa, in novembre, durante un convegno, era stata l’invito a fondare una didattica del mare negli atenei. Si sono svolti ieri a Napoli i funerali di un’importante pedagoga, Elisa Frauenfelder, morta all’improvviso l’ultimo giorno del 2017. Napoletana, classe 1931, Frauenfelder si era orientata alla pedagogia dopo gli studi in filosofia. A lungo docente e direttrice di dipartimento all’Università Federico II di Napoli, da vent’anni era professore all’Università Suor Orsola Benincasa, dove guidava la cattedra di Pedagogia generale e sociale, nel corso di Scienze della Formazione primaria che aveva fondato. La sua visione proponeva un approccio interdisciplinare tra pedagogia e neuroscienze, al confine tra mondo umanistico e scientifico (lo mostrano anche saggi come Pedagogia e biologia. Una possibile
«alleanza», Liguori 2001); inoltre aveva fondato e diretto vari gruppi di ricerca internazionali tra cui il Bes, BioEducational Sciences Research Group. Cavaliere della Repubblica, autrice di innumerevoli saggi, aveva tra l’altro curato la traduzione di un’opera di Choderlos de Laclos, L’educazione delle donne (Sellerio). Una lezione feconda, quella di Frauenfelder, celebrata nel 2006 dal volume Cinquant’anni di pedagogia a Napoli (1954-2005). Studi in onore di Elisa Frauenfelder (Liguori) curato da due suoi noti allievi, Paolo Orefice e Vincenzo Sarracino. La studiosa aveva illustrato in novembre l’intenzione di contribuire alla nascita di una didattica per lo studio del mare («fattore decisivo — aveva spiegato — nella formazione di un individuo e in particolare per i popoli del Mediterraneo») e aveva tenuto le sue lezioni in ateneo fino a pochi giorni fa.