Corriere della Sera

Mihajlovic cambia niente più «operai» meglio imitare il basket

- Giampiero Timossi

Da operai a «baskettari». Per il primo derby stagionale, in campionato, Mihajlovic cercò di caricare i suoi parlando di una sfida tra «popolo» granata e «padrone» bianconero. Finì male. Stavolta preferisce tener basso il profilo: «Vogliamo giocare un derby da Toro, chi scenderà in campo sarà all’altezza dell’avversario». Serve tutto per scaricare la tensione di una gara che può valere una stagione. Così il tecnico granata porta tutta la squadra sugli spalti, per una partita di basket, al PalaRuffin­i di Torino. Insieme a tifare Auxilium, in campo per l’EuroCup, contro la corazzata tedesca del Bayern Monaco. Vince la squadra torinese, sulla carta la meno attrezzata: pare un buon auspicio. Serviva, perché le giornate che portano il Toro al derby di Coppa sono state complicate, l’elenco delle sciagure pare infinito: il secondo infortunio stagionale di Belotti; la speranza tramontata di un suo recupero; prima ancora lo stop di Ljajic che allo Stadium aveva colpito un campionato fa; un totale di sei indisponib­ili; la difficoltà oggettiva di poter trovare, a gara in corso, adeguate sostituzio­ni in attacco e pure in difesa. Poi, come se non bastasse, riecco Doveri, arbitro che nell’ultimo derby di Coppa Italia, due anni fa, fece decisament­e tribolare i tifosi granata. Così Mihajlovic deve aggrappars­i a Niang e alle belle giocate mostrate dall’attaccante contro il Genoa o alle parate di Milinkovic­Savic, già eroe di Coppa. O magari chiedere ai suoi di ispirarsi agli «operai» torinesi del basket. Il resto lo dirà il campo: silenzio, si gioca.

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