Castagne e il Papu affondano il Napoli Mertens entra e segna, ma è troppo tardi
L’Atalanta passa meritatamente al San Paolo, Sarri vede sfumare un altro obiettivo
C’è equilibrio, ma solo per un tempo. E non basta evidentemente al Napoli per conquistare la semifinale di Coppa Italia, che cede all’Atalanta. La squadra di Gasperini conquista la sfida con la vincente tra Juventus e Torino (il derby di stasera) e torna a casa con la consapevolezza che il Napoli si può battere ancora.
Il rituale si ripete quasi fosse una maledizione per Sarri: è l’Atalanta a passare in vantaggio al 5’ della ripresa ed è un episodio, a sbloccare la partita. Stavolta ai partenopei la rimonta non riesce, anzi subiscono il secondo gol e dicono addio alla Coppa Italia dopo aver salutato anche la Champions. Resta il campionato e, da febbraio, l’Europa League. Inutile il guizzo di Mertens sul finire di gara.
Castagne è il primo goleador della serata fredda del San Paolo, con la complicità di Mario Rui che scivola e Koulibaly che non aggancia. Il tempo diventa subito tiranno e le sostituzioni di Sarri sono immediate: dentro Mertens e Insigne, fino a quel momento ad assistere dalla panchina al tridente di Coppa con Ounas e Zielinski esterni e Callejon centravanti. La qualità, solo quella per provare a (ri)guadagnare la semifinale, ma è Gomez che mostra di averne più di tutti e infila Sepe per il raddoppio.
La sfida tra Napoli e Atalanta si è giocata sul filo dell’agonismo. Meno della tattica, e in questo Giampiero Gasperini un po’ ha stupito. Aveva abituato il collega Sarri alla chiusura delle linee, alla pressione sui portatori di palla. Invece sceglie di giocare più sciolto e stavolta trova il Napoli che con Callejon centravanti prova a colpire con la profondità delle azioni. Partita viva, unico aggettivo tra due squadre che si sono affrontate abbastanza a viso aperto ma alla fine ha dominato e ha vinto la squadra che maggiormente meritava di passare il turno.
Sette i cambi di Sarri rispetto alla gara di campionato contro il Crotone e la nota positiva, soprattutto in chiave mercato, è che il ruolo cosiddetto scoperto si è rivelato dignitosamente occupato da Ounas finché ha tenuto. Disciplina e senso della posizione, il ragazzino franco-algerino sta acquisendo il metodo e i primi risultati iniziano a vedersi. Ancora poco per una squadra che ha ambizioni di vetta e compete con rose più lunghe e di maggiore qualità. Il Napoli 2 non è una novità in senso assoluto, ma stavolta la squadra schierata da Sarri, priva in avvio della qualità di Insigne e Mertens, sembrava avere un senso compiuto. Senza guizzi, certo. Né chiare occasioni da gol. Ma soprattutto senza la convinzione di poter andare avanti anche in Coppa. Le scelte di Sarri erano state obbligate in ottica campionato, ma la sconfitta ha detto ancora una volta che soltanto il Napoli che va a mille quanto a ritmo e intensità, e con gli interpreti soliti dello spartito perfetto, può ambire a qualcosa di più.
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