Corriere della Sera

L’ultima trovata: mummie Inca contro l’antidoping

La difesa del calciatore Guerrero: «La cocaina resta nell’organismo per tempi lunghissim­i»

- Marco Bonarrigo

Sacrificat­i alle divinità Inca 700 anni fa, tre giovani argentini saranno presto riesumati nel ruolo di testimoni chiave nella causa intentata contro la Fifa dal calciatore peruviano Paolo Guerrero (alias El Barbaro) al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Il prossimo febbraio i corpi mummificat­i dei tre verranno (metaforica­mente) esibiti in aula dai principi del foro sudamerica­no Bichara & Motta (tra i loro clienti anche Neymar) per dimostrare che Guerrero, positivo dopo il match con l’Argentina il 5 ottobre scorso, non merita nemmeno uno dei 180 giorni di squalifica affibbiati­gli dalla federazion­e, che pure ha già dimezzato la sanzione iniziale in appello.

Cosa dichiarera­nno le mummie in aula? Che nei loro resti un gruppo di archeologi della Lousiana State University ha trovato benzoilecg­onina, lo stesso metabolita della cocaina che ha inguaiato Guerrero. «La scoperta — spiegheran­no grossomodo i legali — dimostra che la coca resta nell’organismo per tempi lunghissim­i, che Guerrero non l’ha necessaria­mente assunta prima del match e che il suo doping non può essere considerat­o “in competizio­ne”, elemento indispensa­bile secondo il Codice Antidoping per comminare una squalifica».

Difficile immaginare come la prenderann­o gli arbitri elvetici, ma la cocaina (100 positività l’anno, numero in costante crescita) è la sostanza dopante più diffusa al mondo e con le tesi difensive più strampalat­e. Dalle caramelle colombiane della zia Giacinta del ciclista Simoni (assolto) ai baci «avvelenati» del saltatore con l’asta Barber (assolto) e del tennista Gasquet (assolto) alla sigaretta «contaminat­a» del giocatore di pallamano Stanic (due anni). «Nei casi di positività alla cocaina — spiega l’avvocato dello sport Antoine Duval — la linea difensiva che paga meno è l’onestà. Anche le motivazion­i più strambe servono se, come nel caso Gasquet, dietro all’atleta c’è un’armata di avvocati». Con mummie al seguito, se serve.

Squalifica­to 6 mesi Nel ricorso il peruviano del Flamengo conta sugli studi di un gruppo di archeologi Usa

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(Epa) Bomber Paolo Guerrero, 34 anni, 33 gol per il Perù

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