Se il balletto diventa evento con l’autoironia di Bolle
Se Raiuno programmasse il balletto in prima serata andrebbe incontro a un flop tremendo. A meno che non si tratti di un evento, tipo l’apertura della Scala. Come si fa in questi casi? Il modello è quello inaugurato dal «Pavarotti & Friends».
Il protagonista della serata non è più il balletto, ma diventa Roberto Bolle, il personaggio Bolle. Per farcelo conoscere meglio, il buon Bibi Ballandi ha pensato di invitare alcuni amici con il compito di tirar fuori i lati meno conosciuti del ballerino, di presentarcelo sotto una nuova veste, lontana dagli stereotipi di maniera. L’idea più bizzarra di «Roberto Bolle - Danza con me» è stata quella di far condurre la serata da Marco D’Amore, il Ciro di «Gomorra», uscito di scena (nella finzione) non nel migliore dei modi. L’effetto straniante non si è fatto attendere, ma forse non nel senso desiderato: in certi momenti sembrava di assistere a un dialogo fra Fabio Fazio e Roberto Saviano.
In questa contaminazione fra classico e pop, per fortuna l’unico a salvarsi è stato proprio Bolle, non sempre a suo agio con la parola ma sufficientemente autoironico per convivere con gli interventi di Pif (con la gag del tapis roulant), di Miriam Leone, di Geppi Cucciari, di Tiziano Ferro, di una brava Virginia Raffaele, di Fabri Fibra e di altri ancora. Insomma, Bolle balla con tutti, esattamente come Pavarotti cantava con tutti. C’è stato pure un balletto all’insegna di «miss maglietta bagnata».
Il momento più intenso è stato l’incontro con Ahmad Joudeh, il giovane ballerino siriano, perseguitato dall’Isis e contrastato dalla famiglia. Il suo grande sogno era ballare con Bolle ed è stato accontentato: «La sua è una storia che va oltre la danza — ha detto l’étoile — perché fa riflettere sulle condizioni di migranti e le loro sofferenze».
Gli amanti del balletto hanno dovuto attendere la mezzanotte per godersi i pezzi più interessanti.