Carige, ecco gli azionisti Malacalza sale al 20,6% Il Tesoro socio con Sga
Cambia l’assetto proprietario MILANO di Banca Carige. Chiuso l’aumento di capitale da 546 milioni — cifra che ha superato le richieste delle autorità europee di Vigilanza — è stata resa nota una prima nuova mappa del potere nella banca guidata da Paolo Fiorentino. Malacalza Investimenti si conferma azionista leader, salendo al 20,634 per cento del capitale, mentre Gabriele Volpi (attraverso Lonestar) è secondo con il 9,087 per cento. Alle loro spalle — con una quota identica pari al 5,397 per cento — ci sono due
new entry, Sga e Credito Fondiario, mentre l’altro nome noto a Genova, quello di Aldo Spinelli — ex presidente del Genoa calcio — si conferma attorno all’1,5 per cento. Fortemente ridimensionati gli azionisti retail.
La positiva conclusione dell’operazione di ricapitalizzazione — a metà tra un normale aumento di capitale e un
private placement, secondo la felice sintesi dell’amministratore delegato Fiorentino — si scontra in questi giorni con l’incertezza degli analisti, generando una corrente di vendite che ha fatto scendere il prezzo del titolo. Pagate 0,01 euro nel corso dell’aumento, le azioni Carige hanno chiuso ieri a Milano a 0,0079 euro (-2,47%), portando il valore di Borsa della banca a circa 440 milioni, molto meno dell’importo della ricapitalizzazione.
Secondo alcune fonti, la banca sta scontando la mancata crescita al 28 per cento di Malacalza (in precedenza al 17,588 per cento), opzione che era stata prospettata alla vigilia. Ma contro un azionariato troppo ingombrante sembra essersi espressa la Vigilanza europea, anche con una missiva arrivata a Genova lo scorso 28 dicembre. Così, il
private placement organizzato da Fiorentino ha portato al coinvolgimento della Sga (società in mano al Tesoro) e del Credito Fondiario. Entrambi, prima che azionisti, sono partner industriali di Carige. Il Credito Fondiario ha infatti acquisito un portafoglio di Npl (prestiti non performanti) per 1,2 miliardi di euro, oltre alla piattaforma di gestione degli stessi Npl, mentre la Sga è al lavoro su un portafoglio di 200 milioni di Npl.
La mappa degli azionisti è però ancora incompleta. Si concluderà infatti solo oggi la complessa fase di shareholders identification che definirà il ruolo di altri potenziali protagonisti. Su tutti il fondo Chenavari investment managers che da Carige ha rilevato a dicembre l’80,1 per cento della società di credito al consumo Creditis. Se lo schema operativo venisse confermato, anche Chenavari potrebbe apparire tra i soci di rilievo di Carige, o comunque immediatamente al di sotto della soglia di attenzione posta dalla Consob al 3 per cento.
Ridata solidità alla banca e scongiurato il peggio, il futuro prossimo di Carige si determinerà nell’esecuzione del recente piano industriale. Urge chiudere i conti con il passato, anche attraverso la cessione di 500 milioni di euro di «inadempienze probabili» (Utp). A questa partita verrà probabilmente dedicato il consiglio di amministrazione atteso, ma non ancora convocato, per martedì 16 gennaio.
La mappa Oggi il fondo Chenavari acquirente di Creditis comunicherà la propria partecipazione