Corriere della Sera

«Anna, coraggiosa e serena nonostante la malattia»

- tuo Marcello

Anna, amore mio, vorrei esprimenti la mia gratitudin­e per averti incontrata. È stato tutto un susseguirs­i di colpi di fortuna. Siamo stati fortunati nelle nostre famiglie di origine: abbiamo ricevuto serenità, affetto, sani insegnamen­ti per una vita onesta. Poi ci siamo conosciuti e tu sei stata bravissima a convincerm­i che eravamo nati uno per l’altra. E abbiamo iniziato la nostra vita, così è nata la nostra famiglia, abbiamo avuto due bravissimi figli, sani, affettuosi, premurosi. Poi è arrivata la scossa: due piccoli sintomi, forse per noi insignific­anti, ma non per un nostro carissimo amico medico che ti ha consigliat­o degli accertamen­ti. Tutti negativi, fino all’ultimo. Il tuo primo commento è stato: «Ma proprio al cervello». E sì, per una professore­ssa di matematica e fisica il cervello è il principale strumento di lavoro. Ma non ti sei scoraggiat­a. Grazie ai consigli di amici medici siamo stati presentati a un bravissimo neurochiru­rgo che ti ha indicato la strada da seguire. E ci ha ridato serenità. Ed è la stessa serenità che tu trasmetti a chi racconti la tua situazione che sembra quasi sia come togliersi un dente: sì, è fastidioso, ma poi tutto passa. E questa serenità l’hai trasmessa anche in famiglia e ai nostri figli lontani fisicament­e, ma così vicini. Tra qualche giorno rientrerai dall’ospedale, dai che manca poco.

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