I tre leader a pranzo ad Arcore Berlusconi vuole 4 collegi su 10
Arrivano Salvini e Meloni. La Lega: subito il patto sullo stop alla Fornero
Non sarà una domenica come le altre quella di oggi ad Arcore. All’ora di pranzo due auto varcheranno l’ingresso di villa San Martino. Nella prima siederà Matteo Salvini, il segretario della Lega che vuole giocarsi la partita della leadership del centrodestra, con molta probabilità accompagnato da Giancarlo Giorgetti. Nella seconda invece ci sarà Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che potrebbe avere al suo fianco Ignazio La Russa.
Il primo vertice con Silvio Berlusconi non si terrà in campo «neutro», come aveva auspicato ai primi dell’anno Salvini. Raccontano però che non ci sarebbe stata alcuna forzatura da parte dell’ex Cavaliere. Semplicemente, questa volta si è preferito giocarlo in quel campo di gioco dove un tempo il lunedì sera era un habitué l’ex segretario della Lega Umberto Bossi. D’altro canto, ironizza l’ex Cavaliere con i fedelissimi, «mi pare che ad Arcore Salvini si sia sempre trovato bene, no?». Da par suo il leader di via Bellerio precisa che «il prossimo incontro sarà organizzato in casa della Lega». Un modo per sottolineare che fra azzurri e truppe salviniane non c’è più alcuna differenza di peso.
Il tutto si consumerà in un clima di ottimismo. Chi frequenta le stanze di Arcore tiene a sottolineare che «non sarà certamente un incontro di dettagli», ma «di mera strategia generale». «Che può significare tutto e niente», commenta un azzurro di rango. Il quale poi aggiunge: «Il clima sarà buono perché il Milan ha vinto. Il presidente e Salvini avranno di cosa parlare». Battute a parte, il primo passo sarà la definizione delle linee guida di un programma comune.
Berlusconi mostrerà alcune cartelle preparate nei giorni di vacanza sui temi più disparati, dalle tasse al lavoro, dal rapporto con l’Ue all’immigrazione, e farà vedere agli alleati il materiale che gli azzurri utilizzeranno in campagna elettorale. Si proverà a entrare nel merito di alcuni dossier, come la flat tax e il reddito di dignità. Certamente Salvini chiederà di mettere per iscritto come primo atto del governo l’impegno ufficiale ad azzerare la legge Fornero. Mentre Meloni, come annunciato con una nota, porterà al tavolo «la voce dei patrioti» che dica «prima gli italiani». Con al primo punto «un piano di sostegno alle natalità», «la difesa feroce del made in Italy» e «idee chiare contro l’immigrazione e il processo di islamizzazione del Paese». Meloni chiederà anche «un impegno formale di tutti i candidati contro qualunque ipotesi di inciucio».
Poi quasi certamente si passerà al dossier più caldo, ovvero alla ripartizione dei collegi. Sulla base di alcuni sondaggi Berlusconi avrebbe in mente di ripartire i collegi uninominali con questa formula: 40% a Forza Italia, il 35% alla Lega, il 15% a Fratelli d’Italia, e il restante 10% a chi convergerà nella coalizione. Sul punto si prefigura un negoziato non facile perché al momento alcune richieste ufficiose del Carroccio, come un significativo numero di collegi nel Mezzogiorno, appaiono irricevibili agli azzurri.
In particolare, Salvini porrà il veto sulla «quarta gamba» a trazione democristiana di Fitto, Lupi e Cesa perché, ha spiegato, «penso che un governo possa stare su due gambe e i miei interlocutori sono due». Già, la quarta gamba. I centristi si sarebbero voluti sedere al vertice di oggi. Ma non è stato possibile. Spiegano che «Salvini avrebbe fatto saltare tutto quanto». A villa San Martino si preferisce l’approccio «light». Non a caso, confida un alto dirigente di FI, «dopo quello di oggi ci saranno una serie di tavoli graduali in modo da ottenere un buon bilanciamento». Segno che il clou della trattativa deve ancora iniziare.