La donna fatta a pezzi, fermati il convivente e suo nipote
Verona, lui è un albanese di 51 anni. Le indagini: il giovane l’ha aiutato a nascondere i resti di Khadija
Lei era il suo angelo custode. Lo curava, lo assisteva e lo amava. Ma forse, nel cuore di Khadija, da qualche tempo era entrato anche qualcun altro. Agim Ajdinaj, pensionato albanese di 51 anni, colpito da una grave malattia, non è riuscito ad accettare la scelta della compagna. E la scoperta potrebbe aver trasformato quest’uomo dal passo incerto e dai movimenti rallentati, in un demone senza pietà.
Per i carabinieri che venerdì sera l’hanno fermato con le accuse di omicidio e distruzione di cadavere, sarebbe stato lui a uccidere e poi smembrare i resti di Khadija Bencheick, marocchina di 46 anni con un divorzio alle spalle e una quotidianità fatta di lavoretti e frequenti puntate al 10 e Lotto nelle tabaccherie veronesi. Vivevano entrambi in un appartamento di fronte allo stadio Bentegodi.
Agim non avrebbe agito da solo: sarebbe stato suo nipote, Lisand Ruzhdija, studente di 27 anni fermato nelle stesse ore, ad aiutarlo a sezionare il corpo (probabilmente con una sega elettrica) e a trasportarlo poi in un campo isolato di Valeggio, in provincia, a una manciata di chilometri dal celebre ponte visconteo ammirato ogni anno da migliaia di turisti. Là dove, la sera dello scorso 30 dicembre, era stato ritrovato dalla ristoratrice Cinzia Zara, una veronese che dieci anni prima si era già «imbattuta» in un altro delitto. Ma in quella vicenda, era stata la moglie a venire accusata dell’omicidio del marito.
Questa volta, invece, i ruoli si sarebbero invertiti nell’ennesimo caso di una tragedia probabilmente maturata e consumata tra le mura domestiche. L’appartamento della coppia, infatti, è stato posto sotto sequestro e gli investigatori, coordinati dal pm Giovanni Pascucci, potrebbero presto tornarvi alla ricerca di ulteriori dettagli. Uno in particolare: l’arma del delitto.
Perché l’autopsia ha confermato che ad uccidere la donna sarebbe stata una serie di colpi al capo con un oggetto contundente. A chiarire se vi siano state altre mani, oltre a quella tremolante del pensionato albanese, saranno le ulteriori indagini dell’Arma che sembrerebbero orientarsi sulla possibile «vendetta del clan». Come se qualcuno volesse punire la donna per qualche sgarro fatto al compagno. Agim, che nei giorni immediatamente successivi al delitto era già stato sentito dai carabinieri e rilasciato, dovrà spiegare un eventuale movente di fronte al gip chiamato a decidere la convalida del fermo suo e del nipote. Oggi pomeriggio, di fronte all’Arena, ci sarà una manifestazione in memoria di Khadija.
Il movente Forse la paura che lei volesse lasciarlo è alla base del delitto Sotto sequestro la casa dove viveva la coppia vicino allo stadio