Corriere della Sera

«Piano comune, mostre, giardini gratuiti per tutti E i frutti sono arrivati»

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«L a parola unione è la chiave per capire la nostra esperienza». Enrica Pagella guida dal gennaio 2015 il Polo Reale di Torino: Palazzo Reale, Armeria Reale, Galleria Sabauda, Museo Archeologi­co, Biblioteca Reale, Cappella della Sindone e Giardini Reali. Un unicum tenuto insieme dalla storia e dalla collocazio­ne nel cuore della Capitale del Regno di Sardegna ma, fino a due anni fa, diviso per organizzaz­ione e abitudini. «Il primo anno se n’è andato rintraccia­ndo le piantine dei luoghi — dice Pagella — contando ben 50 utenze diverse tra gas e elettricit­à, unificando orari di apertura. Ci sono state difficoltà, ma ora vediamo i frutti del lavoro di chi ci ha creduto». Nel 2017 il Polo Reale ha chiuso a quota 360.777 visitatori (+ 14.8%). «Abbiamo recuperato ampie quote di residenti a Torino e in Piemonte — dice Pagella, storica dell’arte, ex direttore di Palazzo Madama e Borgo Medievale per la Fondazione Torino Musei, — organizzan­do piccole mostre-dossier a rotazione nelle diverse sedi, con un focus sul nostro patrimonio, dall’archeologi­a all’arte, dalle armi agli arazzi e ai mobili, così com’era nello spirito del collezioni­smo della famiglia Savoia. Questo ha fidelizzat­o chi vive nel territorio». Altri due strumenti sono stati il cambiament­o dell’immagine (il circuito del Polo ora ha un logo unitario) e l’apertura al pubblico dei Giardini Reali: «Gratuiti, con sdraio e sedie. Sono stati un catalizzat­ore, trovandosi in pieno centro, e come elemento naturale inserito in un’offerta storicoart­istica». Il futuro? «Le collezioni che, così diverse, consentono una varietà infinita di narrazioni di ciò che è avvenuto lungo la storia. Dobbiamo molto alla Consulta per la valorizzaz­ione dei Beni artistici e culturali di Torino, il pool di 32 aziende, che ha creduto nel nostro progetto».

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