La fabbrica dei laser «made in Italy» punta sulla stampa 3D
La fabbrica italiana dei laser è a Collegno, periferia di Torino. Macchine ad altissima tecnologia. Le ultime realizzate in granito sintetico e fibra di carbonio, senza acciaio né alluminio. Leggerissime. Per tagli della lamiera, per i motori propulsori aerospaziali, per l’industria dei trasporti, per le macchine agricole e movimentazione terra, per l’automotive. Una storia lunga due secoli. E ora gli investimenti in ricerca per accompagnare la rivoluzione delle stampanti 3D.
Gianfranco Carbonato, presidente di Prima Industrie, sa che la manifattura additiva, realizzata con le stampanti tridimensionali (una delle applicazioni principali della quarta rivoluzione industriale) mette la sua azienda ancor di più in prima fila. «Le stampanti 3D lavorano con i laser, il cuore della nostra attività», spiega uno dei fondatori di un’azienda che ha appena fatto 40 anni ed è quotata in Borsa dal 1999. Il vantaggio della stampa 3D deriva dall’accorciamento della filiera produttiva. Dall’ideazione tramite i software di design a un oggetto direttamente stampato. I tempi di produzione, con tanto di abbattimento di ore/uomo, diventano velocissimi. Al momento siamo ancora confinati nelle produzioni di nicchia. I costi di realizzazione delle stampanti industriali sono ancora proibitivi, ma stanno scendendo velocemente. È prematuro ipotizzare la sparizione delle tradizionali catene di montaggio, ma Prima Industrie non vuole farsi trovare impreparata.
Una fabbrica che alla fine degli anni 70 nasce come società di ingegneria, a sud di Torino, poco fuori la cintura urbana. Per dirla con le parole ironiche di Giorgio Bocca cerca nei primi anni una sintesi «tra i robot e le galline». Poi la svolta degli anni ‘90 dopo una complessa fase di riorganizzazione e di ricapitalizzazione precedente allo sbarco sul listino di Piazza Affari. Si punta tutto sui laser, iper-specializzandosi e scommettendo convintamente sugli Stati Uniti e i mercati extra-Ue. «Decidiamo l’internalizzazione dei generatori laser», spiega Carbonato. Laser che ora sono in grado di tagliare qualunque lamiera con una precisione millimetrica, come gli 80 fori della torcia olimpica di Londra 2012. Per questo è stato deciso l’ampliamento della sede di Collegno per ospitare macchine molto costose gestite da software in grado di prevenire i malfunzionamenti con largo anticipo. «I mercati ormai ci chiedono la totale interconnessione tra meccanica, elettronica e informatica e l’interazione uomo-macchina grazie alle tecnologie digitali», spiega Carbonato che in Cina ha avviato un impianto a Wujang.
Prima Industrie è stata la capofila della meccatronica in Italia. Nel 2008 l’acquisizione della finlandese Finnpower, specializzata nella macchine punzonatrici, che solo pochi anni prima aveva tentato di comprarla. Ora i laser per le stampanti 3D. Dove sta investendo anche tutta la componentistica dell’aeronautica civile. Per una lotta senza quartiere con la tedesca Trumpf, la giapponese Amada e l’elvetica Bystronic.