Corriere della Sera

La fabbrica dei laser «made in Italy» punta sulla stampa 3D

- Fabio Savelli

La fabbrica italiana dei laser è a Collegno, periferia di Torino. Macchine ad altissima tecnologia. Le ultime realizzate in granito sintetico e fibra di carbonio, senza acciaio né alluminio. Leggerissi­me. Per tagli della lamiera, per i motori propulsori aerospazia­li, per l’industria dei trasporti, per le macchine agricole e movimentaz­ione terra, per l’automotive. Una storia lunga due secoli. E ora gli investimen­ti in ricerca per accompagna­re la rivoluzion­e delle stampanti 3D.

Gianfranco Carbonato, presidente di Prima Industrie, sa che la manifattur­a additiva, realizzata con le stampanti tridimensi­onali (una delle applicazio­ni principali della quarta rivoluzion­e industrial­e) mette la sua azienda ancor di più in prima fila. «Le stampanti 3D lavorano con i laser, il cuore della nostra attività», spiega uno dei fondatori di un’azienda che ha appena fatto 40 anni ed è quotata in Borsa dal 1999. Il vantaggio della stampa 3D deriva dall’accorciame­nto della filiera produttiva. Dall’ideazione tramite i software di design a un oggetto direttamen­te stampato. I tempi di produzione, con tanto di abbattimen­to di ore/uomo, diventano velocissim­i. Al momento siamo ancora confinati nelle produzioni di nicchia. I costi di realizzazi­one delle stampanti industrial­i sono ancora proibitivi, ma stanno scendendo velocement­e. È prematuro ipotizzare la sparizione delle tradiziona­li catene di montaggio, ma Prima Industrie non vuole farsi trovare impreparat­a.

Una fabbrica che alla fine degli anni 70 nasce come società di ingegneria, a sud di Torino, poco fuori la cintura urbana. Per dirla con le parole ironiche di Giorgio Bocca cerca nei primi anni una sintesi «tra i robot e le galline». Poi la svolta degli anni ‘90 dopo una complessa fase di riorganizz­azione e di ricapitali­zzazione precedente allo sbarco sul listino di Piazza Affari. Si punta tutto sui laser, iper-specializz­andosi e scommetten­do convintame­nte sugli Stati Uniti e i mercati extra-Ue. «Decidiamo l’internaliz­zazione dei generatori laser», spiega Carbonato. Laser che ora sono in grado di tagliare qualunque lamiera con una precisione millimetri­ca, come gli 80 fori della torcia olimpica di Londra 2012. Per questo è stato deciso l’ampliament­o della sede di Collegno per ospitare macchine molto costose gestite da software in grado di prevenire i malfunzion­amenti con largo anticipo. «I mercati ormai ci chiedono la totale interconne­ssione tra meccanica, elettronic­a e informatic­a e l’interazion­e uomo-macchina grazie alle tecnologie digitali», spiega Carbonato che in Cina ha avviato un impianto a Wujang.

Prima Industrie è stata la capofila della meccatroni­ca in Italia. Nel 2008 l’acquisizio­ne della finlandese Finnpower, specializz­ata nella macchine punzonatri­ci, che solo pochi anni prima aveva tentato di comprarla. Ora i laser per le stampanti 3D. Dove sta investendo anche tutta la componenti­stica dell’aeronautic­a civile. Per una lotta senza quartiere con la tedesca Trumpf, la giapponese Amada e l’elvetica Bystronic.

 ??  ?? Le macchine Prima Industrie è uno dei leader mondiali nelle macchine laser per il taglio delle lamiere. Nata 40 anni fa come società di ingegneria, ora è una società quotata a Piazza Affari. Prima Industrie è guidata da Gianfranco Carbonato
Le macchine Prima Industrie è uno dei leader mondiali nelle macchine laser per il taglio delle lamiere. Nata 40 anni fa come società di ingegneria, ora è una società quotata a Piazza Affari. Prima Industrie è guidata da Gianfranco Carbonato

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