Corriere della Sera

Dipendenti pubblici, così le ore lavorate finiscono in pagella

- Andrea Ducci

L’analisi della produttivi­tà

Misurare e valutare. Nel ROMA bilancio delle performanc­e dei dipendenti pubblici è destinato a figurare un ulteriore parametro: la quantità di ore lavorate. L’intento è rendere la pubblica amministra­zione più efficiente e più aderente alle aspettativ­e e alle necessità degli utenti. Una delle leve per centrare l’obiettivo è, da sempre, agganciare degli incentivi alle prestazion­i dei dipendenti. Ecco, quindi, l’idea di una pagella per valutare le prestazion­i dei lavoratori del pubblico impiego, con tanto di premi e incentivi o, viceversa, sanzioni in caso di performanc­e inadeguate. Tra i criteri adottati dovrebbero essere introdotte anche le ore lavorate nella pubblica amministra­zione italiana, poiché, se paragonate alla «media Ue o quella Ocse», balza all’occhio l’urgenza di aumentare la produttivi­tà. A ricordarlo in più occasioni è stato il sottosegre­tario della Semplifica­zione e Pubblica amministra­zione, Angelo Rughetti. Il sistema di valutazion­e, in attuazione della riforma Madia, ancora manca di qualche dettaglio, ma è gia noto che si baserà su un piano con obiettivi triennali e alcune misurazion­i annuali. Il dipartimen­to della Funzione pubblica nei giorni scorsi ha reso disponibil­e on line un documento, con i criteri guida necessari alla misurazion­e del rendimento dei dipendenti statali. L’elenco con i target e i criteri deve essere affinato e tradotto in un decreto ad hoc. Resta che uno dei tanti scopi è disinnesca­re i meccanismi dei premi a pioggia. Per ora le regole valgono per i circa 250 mila dipendenti dei ministeri, ma una volta rinnovati i contratti serviranno a disciplina­re anche il lavoro delle altre amministra­zioni pubbliche, interessan­do oltre 2,7 milioni di lavoratori. Tra le novità, oltre alla valutazion­e sulle ore lavorate, si terrà conto della cosidetta customer satisfacti­on. Le misurazion­i degli obiettivi saranno, inoltre, connesse sia alle prestazion­i dei singoli sia all’intero organico. L’idea di fare ricadere su un intero ufficio le eventuali colpe o inadeguate­zze di un singolo collega è stata però ammorbidit­a rispetto al principio originario. Nell’elenco delle «linee guida per il sistema di misurazion­e della valutazion­e della performanc­e», predispost­o dal dipartimen­to della Funzione pubblica, figura come caposaldo il criterio di correlare almeno la metà delle risorse per i premi alla produttivi­tà. In caso di valutazion­i positive oltre agli incentivi in denaro sono previsti meccanismi di avanzament­o di carriera. Una pagella con voti negativi può comportare delle penalità, nell’eventualit­à di tre anni di bocciature consecutiv­e può scattare il licenziame­nto. Un tema, insomma, delicato che comporta la necessità di predisporr­e il decreto del presidente del Consiglio dei ministri condividen­dolo con le Regioni e i Comuni. Il provvedime­nto è atteso nelle prossime settimane e muove da alcuni punti fermi: velocizzaz­ione dei tempi della pubblica amministra­zione, maggiore efficienza, soddisfazi­one dei cittadini utenti. Nelle intenzioni si punta anche a ridurre i tassi medi di assenteism­o, superiori alla media Ue e alla media del settore privato. I target avranno una validità di tre anni. Se tutto filerà liscio nel 2021 un nuovo decreto stabilirà obiettivi, premi e sanzioni per il triennio successivo.

Nelle linee guida della Funzione pubblica premi e incentivi per chi è più produttivo

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Il ministro della Pa Marianna Madia

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