Corriere della Sera

«La Ue denunci gli arresti in Iran»

La stampa araba: l’ex presidente fermato, incitava alla rivolta. Nessuna conferma. Teheran accusa i «nemici»

- di Viviana Mazza

Nasrin Sotoudeh, avvocata iraniana esperta in diritti umani: «L’Italia e l’Europa possono fare qualcosa di concreto per gli iraniani: difendere i manifestan­ti arrestati e i loro avvocati».

Almeno 21 morti e mille arresti: è il bilancio delle proteste iniziate il 28 dicembre in Iran e represse dalle autorità. In carcere ci sono una novantina di studenti: diversi spariti senza conferme ufficiali; una quarantina sono stati identifica­ti, sarebbero rinchiusi nel settore 209 della prigione di Evin controllat­o dal ministero dell’Intelligen­ce. I loro cari hanno indetto un sit-in davanti al carcere. «Ci hanno detto che se non ce ne andiamo ci arrestano — ha raccontato Shokoufeh Yadollahi, madre dello studente Kasra Nouri—. Abbiamo risposto che siamo pronti ad unirci ai nostri figli in prigione. Sono in sciopero della fame, non ce ne andremo finché non ci danno notizie». In manette sono finiti centinaia di manifestan­ti (i Guardiani della Rivoluzion­e hanno postato su siti come Gerdab.ir foto scattate durante le proteste, chiedendo alla gente di identifica­re i partecipan­ti), ma anche giovani come Nouri (e quattro colleghi che appartengo­no ad una setta sufi considerat­a eretica) che non erano in piazza. Un deputato, Farid Mousavi, ha detto che alcuni arresti sono una «misura preventiva». Le autorità temevano probabilme­nte che i moti partiti dai ceti più poveri crescesser­o con l’appoggio del movimento studentesc­o.

Il regime ha accusato i nemici «esterni» come Stati Uniti, Arabia Saudita, i Mujaheddee­n del Popolo e i monarchici. Ma molti pensano che all’inizio, nello scatenare la piazza abbiano avuto un ruolo le faide interne al regime: i conservato­ri ostili al governo moderato avrebbero alimentato gli slogan di «Morte a Rouhani», perdendo però il controllo perché la gente ha iniziato a inveire contro la Guida Suprema e gli interventi militari all’estero dei Guardiani della Rivoluzion­e. Secondo il sito arabo «Al-Quds Al-Arabi», l’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadineja­d sarebbe finito agli arresti domiciliar­i per istigazion­e delle proteste, per aver dichiarato il 28 dicembre che «alcuni dei leader vivono distaccati dai problemi della gente e non sanno nulla della società».

Il capo dei Guardiani, il generale Jafari, senza nominare Ahmadineja­d, sembrò suggerire un suo possibile coinvolgim­ento giorni fa: «Un ex responsabi­le che sta diventando un oppositore del regime ha avuto un ruolo all’inizio di queste manifestaz­ioni. I servizi di sicurezza stanno indagando e, nel caso sia vero, interverra­nno». Ahmadineja­d, famoso per i sussidi con cui conquistò i voti dei poveri ma poi caduto in disgrazia per le rivelazion­i sulla corruzione del suo governo, è da tempo in contrasto con l’establishm­ent (di recente i suoi sostenitor­i hanno dichiarato guerra al potente capo della magistratu­ra Sadegh Larijani, accusandol­o di avere conti miliardari all’estero). Ma nessuno dei siti di opposizion­e persiani, nemmeno Bbc Farsi, riporta la notizia del presunto arresto, facendo pensare che sia falsa. Su Telegram, il canale Dolatebaha­r vicino ad Ahmadineja­d ha pubblicato ieri una sua foto a Teheran, forse per smentire quelle voci. Un altro conservato­re, l’ayatollah Ahmad Alamolhoda, ostile a Rouhani e alleato della Guida Suprema a Mashad, la città dove sono iniziate le proteste, invece, sarebbe stato convocato per spiegare il suo ruolo.

 ??  ??
 ??  ?? Mistero Mahmoud Ahmadineja­d, 61 anni, in una foto recente
Mistero Mahmoud Ahmadineja­d, 61 anni, in una foto recente

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy