Corriere della Sera

Aerei, caos a New York «Noi bloccati nei boschi»

Aeroporto nel caos dopo la tormenta: i jet dall’Italia dirottati a Montreal e Boston

- di Leonard Berberi

Le piste degli aeroporti di New York sono gelate. Decine i velivoli fermi. Decollare è difficile, atterrare pure. Il risultato è il caos. Da oltre tre giorni, dopo la tormenta di neve che ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti, viaggiare è quasi impossibil­e. Molti passeggeri sono stati sistemati in alberghi lontani da New York. «Siamo praticamen­te in mezzo ai boschi».

Jason Rabinowitz, esperto d’aerei, un caos del genere non sa come descriverl­o. «Quello che succede all’aeroporto Jfk è una vicenda senza precedenti», twitta sabato sera. Sulle piste gelate dell’aeroporto di New York ci sono decine di velivoli: alcuni impossibil­itati a decollare, altri appena atterrati, pieni di passeggeri, in attesa di un gate che si liberi.

Più di tre giorni dopo la tormenta di neve che ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti lo scalo John F. Kennedy di New York, uno dei più importanti del mondo, si ritrova con centinaia di voli da «smaltire» e migliaia di viaggiator­i in attesa di raggiunger­e la loro destinazio­ne. Una parte è stata mandata negli alberghi dell’area, molti altri sono rimasti all’interno della struttura. A un certo punto hanno dovuto chiudere il Terminal 1, tanto era al collasso.

FlightAwar­e, il sito che traccia gli spostament­i dei velivoli, calcola che negli Usa sono stati 4.300 i voli cancellati giovedì, più di 1.500 venerdì (un migliaio da e per la «Grande Mela»). Sotto accusa finiscono soprattutt­o i vertici di Port Authority, la società che gestisce i tre scali di New York (Jfk, LaGuardia e Newark), ma anche le compagnie aeree che — secondo diversi addetti — hanno comunque fatto partire i loro aerei verso la città americana, salvo poi ritrovarsi bloccati in pista o dirottati altrove. Un volo Alitalia del 4 gennaio scorso partito da Malpensa, per esempio, è stato fatto atterrare a Montreal, in Canada. Un velivolo di Japan Airlines prima è stato fatto scendere a Chicago, poi autorizzat­o ad andare a New York, quindi indirizzat­o a Boston. Altri jet sono stati fatti rientrare, oppure atterrare a Washington dove gran parte dell’aeroporto è rimasta intasata.

Non che sia andata meglio a chi nella Grande Mela ci è arrivato, anche se con grossi ritardi. «Il mio volo è atterrato alle 21.15, ma ci hanno fatti scendere soltanto all’1.40 di notte e i bagagli sono arrivati alle 3.45», accusa un passeggero su Twitter. «Quando avremo le nostre valigie?», si chiede Sharon Moncrieff. «Siamo atterrati alle 23, abbiamo aspettato a bordo fino alle 3.30 e abbiamo potuto lasciare il terminal soltanto alle 9 e senza le nostre cose».

In attesa di capire se ci sarà una class action (una causa collettiva), le norme statuniten­si prevedono contro le compagnie multe fino 27.500 dollari per passeggero se questi vengono fatti restare troppo a lungo in pista (almeno tre ore per i voli domestici, quattro per quelli internazio­nali). La situazione, promettono le autorità, migliorerà sensibilme­nte oggi. Anche se ieri sera il Terminal 4 è stato chiuso per allagament­o: alcuni voli, compresi quelli partiti da Milano e Roma, sono stati dirottati a Boston.

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Una montagna di bagagli all’aeroporto Jfk di New York. E, a destra, aerei bloccati dal gelo sulla pista: sono oltre mille i voli cancellati
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 ??  ?? Disagi Dall’alto: un gruppo di italiani bloccati a New York in attesa di tornare a casa; centinaia di passeggeri alla ricerca di informazio­ni all’aeroporto Jfk; valigie ammassate dopo lo sbarco
Disagi Dall’alto: un gruppo di italiani bloccati a New York in attesa di tornare a casa; centinaia di passeggeri alla ricerca di informazio­ni all’aeroporto Jfk; valigie ammassate dopo lo sbarco
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Le conseguenz­e Aerei fermi e bagagli in attesa di essere imbarcati fotografat­i ieri mattina (ora americana) da uno dei gate dell’aeroporto internazio­nale «John F. Kennedy» di New York

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