All’autogrill della fortuna
Lotteria Italia, il biglietto vincente preso sull’A1, a «La Macchia Ovest» La direttrice: «Che brividi». L’assalto per comprare i «Gratta e Vinci»
I5 milioni della Lotteria sono stati vinti all’autogrill «La Macchia Ovest» sull’A1 tra Anagni e Ferentino direzione sud: qui nel 2008 fu comprato il biglietto da 2 milioni.
Le casse ANAGNI (FROSINONE) della fortuna sono accanto all’uscita e adesso c’è una folla di gente in fila che compra i«Gratta e Vinci», perché la voce s’è sparsa e non si sa mai, magari il fluido magico è ancora nell’aria: i 5 milioni di euro della Lotteria Italia, tutti in una volta, sono stati vinti qui, all’Autogrill «La Macchia Ovest», sull’autostrada A1, tra Anagni e Ferentino, in direzione Napoli, «dove si vendono solo biglietti vincenti», declama una bionda cassiera in vena di spot. Nel 2008, in effetti, sempre qui fu acquistato il biglietto da 2 milioni.
La notte della Befana è appena trascorsa e il clima è festoso sulla Milano-Napoli: «La Macchia Ovest» è un Autogrill al femminile. Su 100 dipendenti 90 sono donne e, quando la notizia è diventata ufficiale, ieri hanno brindato tutte insieme, facendosi mille selfie. La direttrice si chiama Tania Frusone, ha 38 anni (da 16 in azienda) e deve avere qualche speciale potere anche lei, visto che 5 anni fa dirigeva a pochi chilometri da qui l’Autogrill di Castrocielo, il «Casilina Est» sempre sull’A1 e pure allora la Lotteria Italia le portò in dote una pioggia di soldi: 800 mila euro vinti in un colpo solo.
Ma chi sarà mai il possessore del mitico tagliando da 5 milioni, il Q067777? «Solo il contatto con la matrice mi ha fatto venire i brividi», confessa la direttrice dell’Autogrill, che conta 4 mila clienti al giorno di media, tra turisti, camionisti, operai del polo industriale, dall’elicotteristica alla farmaceutica. Un luogo di grande viavai e gigantesco passaggio, con un parcheggio da 300 posti auto sempre pieno: il tempo di un caffè e si riparte. «Di certo c’è solo che abbiamo venduto 41 mila biglietti della Lotteria — dice Tania Frusone —. Il vincitore è uno di loro».
«Stavolta niente schiaffi, solo baci e carezze, per fortuna», scherza Fausto Bassetta, il sindaco di Anagni, alludendo per un attimo all’oltraggio, il famigerato «schiaffo di Anagni», consumato ai danni di papa Bonifacio VIII dagli emissari del re di Francia l’8 settembre del 1303. Da oggi, così, la città dei Quattro Papi (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII) sarà anche la città dei quattro biglietti vincenti della Lotteria Italia: due, quello da 5 milioni di euro e un altro da «appena» 20 mila, venduti a «La Macchia Ovest»; gli altri due, entrambi da 50 mila euro, comprati invece all’Autogrill di fronte, «La Macchia Est», in direzione Roma. «Quest’anno Anagni ha sbancato», esulta la direttrice.
Il nome «La Macchia» deriva dal bosco di querce e castagni che circonda questo tratto di autostrada. Siamo nella Valle del Sacco e il sindaco Bassetta, colonnello dei carabinieri, dice che con i 5 milioni di euro della Lotteria, se potesse, darebbe una grossa mano alle famiglie dei circa 10 mila operai disoccupati dell’area di crisi che oggi arriva fino a Frosinone.
Il vescovo di Anagni, Lorenzo Loppa, è rimasto colpito invece dalla «punta di gelosia
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e di invidia» con cui molti suoi concittadini hanno accolto ieri la notizia della vincita da record: «Allora ho ricordato loro nell’omelia che noi abbiamo vinto a una lotteria più grande, quella dell’amore di Dio, che mai ci abbandona».
Ma adesso la domanda è: il vincitore dei 5 milioni di euro si farà mai vivo con le cassiere dell’Autogrill? «Ne dubito — sospira Tania Frusone — tutti i clienti quando acquistano un biglietto da noi ci dicono
sempre: se vinco vi telefono,
vi pago una vacanza... Mai più sentiti. Ma è normale, li capisco. Però la cosa che più mi colpisce è un’altra: non è la fortuna, sapete, il bene che sta più a cuore alle persone. No: è la salute. Tutti quelli che vengono alla cassa a comprare il biglietto della Lotteria , alla fine ti dicono che conta di più la salute. Conta di più stare bene. E questa la trovo una grande prova di saggezza».