Corriere della Sera

Lombardia, Maroni lascia

Il caso al vertice della coalizione di centrodest­ra. Intesa anti legge Fornero

- Paola Di Caro

Un vertice durato quattro ore. Ad Arcore nasce il patto tra Berlusconi, Salvini e Meloni. Tra le priorità della coalizione di centrodest­ra, che comprende anche il quarto polo, l’abolizione della legge Fornero. L’incontro è servito a parlare dei candidati alle regionali in Lazio e Lombardia, alla luce dell’indisponib­ilità di Maroni a ripresenta­rsi. E spunta la candidatur­a dell’ex sindaco di Varese, Fontana. All’assemblea generale di Liberi e uguali, Grasso promette: via le tasse universita­rie. E Bersani precisa le strategie: «Dialogo con tutti, tranne che con la destra».

I candidati Domani il confronto sulle candidatur­e. Tra una settimana il nuovo incontro dei leader Il patto «anti inciuci» A febbraio ci sarà una manifestaz­ione con la firma del patto «anti inciucio» dei candidati

Quattro ore di incontro ROMA ad Arcore, con pranzo e lunghe discussion­i in un clima «molto positivo», portano a un risultato importante per il centrodest­ra: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e il Quarto Polo si presentera­nno uniti alle elezioni politiche, con un programma comune che recepisce le principali richieste di ciascuna forza, e con candidati comuni alle Regionali.

Lo recita un lungo comunicato siglato al termine del vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni, rispettiva­mente affiancati da Ghedini, Giorgetti e La Russa, i tre plenipoten­ziari dei leader che presiedera­nno (con Mariastell­a Gelmini, Roberto Calderoli e Francesco Lollobrigi­da) il tavolo delle candidatur­e, pronto a riunirsi questa settimana assieme a quello sul programma, guidato dai capigruppo dei partiti. Alla fine, forse già domenica o lunedì prossimi, si rivedranno gli stessi capi di Forza Italia, Lega e FdI per siglare l’intesa, che dovrà prevedere anche i nomi dei candidati del Lazio e della Lombardia, della quale si è a lungo discusso nel vertice visto che l’indisponib­ilità a ricandidar­si di Roberto Maroni riapre la corsa al Pirellone, dove ancora non è stato individuat­o un candidato certo ma solo «il suo profilo». E la corsa non è al traguardo nemmeno nel Lazio: come per la Lombardia, si aspettano i risultati dei sondaggi commission­ati per capire chi possa avere le maggiori chance, con buone probabilit­à che tocchi alla fine a Maurizio Gasparri: se accordo sarà, al sindaco di Amatrice Pirozzi già in campo, esponente di Fratelli d’Italia (che mette sul piatto anche il nome di Rampelli), verrebbe offerto in cambio del ritiro un collegio alla Camera o al Senato.

Questi i nodi ancora da sciogliere, assieme a quelli sulle quote di collegi da distribuir­e a ciascuna forza e sui nomi: è passato infatti il criterio proposto dalla Meloni di candidare nell’uninominal­e solo chi riscuota l’approvazio­ne di tutti gli alleati.

Grossi passi avanti si sono invece fatti sulla struttura dell’alleanza e sul programma. Si ufficializ­za appunto una coalizione a quattro (con i rappresent­anti della componente centrista che parteciper­anno alle riunioni dei vari tavoli) che si presenterà anche con una lista unitaria e un simbolo comune con i nomi di tutti i leader nella circoscriz­ione estera.

E si è trovata l’intesa, almeno nei titoli e in attesa che venga scritto ogni passaggio nero su bianco, sui punti comuni del programma: Salvini porta a casa quello che è diventato il suo slogan da tempo, la «revisione del sistema pensionist­ico, cancelland­o gli effetti deleteri della legge Fornero»; la Meloni un «imponente piano a sostegno della natalità» e la difesa del «Made in Italy», FI insiste sulla flat tax, sulla riforma della giustizia e del giusto processo nonché sull’adeguament­o delle pensioni minime a 1000 euro, e tutti condividon­o in pieno il «meno tasse», il «controllo dell’immigrazio­ne», la necessità di una legge sulla legittima difesa e l’impegno per ottenere «meno vincoli dall’Europa».

Si valuterà se istituire una commission­e di saggi per vagliare sulla «presentabi­lità» dei candidati mentre è deciso che si terrà una grande manifestaz­ione a febbraio con tutti gli aspiranti deputati e senatori che dovranno firmare una sorta di patto «anti-inciucio», ovvero un documento definito «impegno di serietà» con il quale si esclude di far parte di una maggioranz­a con Pd o Movimento 5 Stelle. Richiesta esplicita di Fratelli d’Italia e Lega che è stata quindi recepita.

Ora si va alla stretta finale su collegi e nomi, con un Berlusconi che — in un’intervista al Foglio — si pone come garante della coalizione: «FI sarà di gran lunga la maggior forza politica della coalizione e garantirà che non ci possa essere spazio per tentazioni demagogich­e, se mai si dovessero manifestar­e».

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