Corriere della Sera

Per Tosi, Lupi e gli altri esame nome per nome Basta un veto per lo stop

- di Dino Martirano

La coalizione del centrodest­ra ROMA marcia spedita a quattro ruote motrici ma gli ultimi arrivati — la cosiddetta «quarta gamba» sponsorizz­ata da Fitto, Lupi, Tosi, Costa e, da ultimo, anche da Cesa che domani porta in dote il simbolo dello scudocroci­ato — dovranno per forza sottoporsi alle «analisi del sangue» prescritte dai tre big riuniti ieri ad Arcore.

Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno dunque dato il via libera a un pieno riconoscim­ento politico dell’alleanza a quattro ma — su pressione della Lega e di Fratelli d’Italia — hanno concordato una sorta di esame di ammissione per i candidati della «quarta gamba». Questo vuol dire che i nomi per i (pochi) collegi uninominal­i spettanti alla lista Insieme per l’Italia saranno attentamen­te vagliati e, semmai, «promossi» solo se non emergerà il veto anche di uno solo dei tre leader riuniti ad Arcore.

Tutto nasce dal caso dell’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi, che risulta talmente indigesto per Matteo Salvini da essere stato espulso dalla Lega. Così su Tosi, che in Veneto potrebbe drenare molti voti altrimenti destinati al Carroccio, il «niet» di Salvini è forte e chiaro: all’ex sindaco che ha tradito il suo partito mai verrà dato un collegio uninominal­e e i voti di tutta la coalizione.

Ma ieri ad Arcore — dove c’erano anche gli sherpa Ghedini, La Russa e Giorgetti — si è parlato a lungo anche di quegli esponenti di Insieme per l’Italia che hanno collaborat­o, compromett­endosi politicame­nte, con i governi del centrosini­stra. Così non sono scontate le sorti di Enrico Zanetti (Scelta), già vice ministro dell’Economia con il governo Renzi poi non riconferma­to da Gentiloni, e di Maurizio Lupi alla guida del gruppo parlamenta­re della Camera di Ap che ha sostenuto fino all’ultimo il governo Gentiloni. La linea dura — sostenuta da Lega e FdI — sarebbe quella di escludere anche per loro una candidatur­a «sicura» in un collegio uninominal­e: «Certo, Lupi e Zanetti possono sempre candidarsi nei listini proporzion­ali di Insieme per l’Italia...», è stato detto ad Arcore. Però c’è anche una linea più realista, cui si appella Forza Italia, che punta alla «forza territoria­le», talvolta determinan­te, degli alleati della «quarta gamba»: l’influenza di Lupi in Lombardia non è da sottovalut­are, mentre Zanetti porta con sé, come assicurazi­one, il peso di quel che rimane di Scelta civica.

La lista Insieme per l’Italia aspira a superare il 3% e quindi, nei pesi interni al centrodest­ra, potrebbe puntare al 10% dei collegi sicuri. Però, prima di parlare di «veti» sui nomi, gli sherpa di Arcore, al di là dei maldipanci­a dei leader, dovranno ben valutare il peso elettorale di alcuni big territoria­li: Lupi in Lombardia, Zanetti in Veneto, Romano in Sicilia, Iorio in Molise, Mastella in Campania.

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