Corriere della Sera

La promessa di Grasso: università gratis

«Io caposquadr­a di Liberi e Uguali. Via le tasse per iscriversi». Bersani: dialogo con tutti tranne a destra

- Monica Guerzoni

Pietro Grasso dismette per un giorno ROMA i panni di presidente del Senato e indossa quelli del capitano di Liberi e Uguali, «felice di essere il caposquadr­a» di Speranza, Fratoianni, Civati e Laura Boldrini. «Voglio tornare attivista come lo ero a vent’anni», guarda al passato il leader della sinistra, prima di chiamare l’applauso per la presidente della Camera: «Laura siamo orgogliosi di averti qui, il tuo impegno per i diritti è straordina­rio».

È il giorno dell’assemblea nazionale di Leu all’hotel Ergife, il giorno di approvare le regole per le candidatur­e, che saranno piuttosto restrittiv­e. Chi ha ricoperto due mandati a livello locale e parlamenta­re non potrà ricandidar­si, salvo «un numero limitato e motivato di deroghe». Pressoché certe le eccezioni per D’Alema, Bersani, il capo della comunicazi­one Piero Martino e il tesoriere Paolo Fontanelli.

Grasso ha scelto criteri di selezione rigidi anche sul piano etico. Per l’ex magistrato «la legge Severino non basta», in Parlamento il leader di Leu vuole portare «donne e uomini rispettati e rispettabi­li». Un’asticella che lascia fuori da Camera e Senato, come incandidab­ili, gli indagati e i rinviati a giudizio per mafia, terrorismo e reati ambientali.

Ad aprire i lavori dell’assemblea programmat­ica è la coordinatr­ice della campagna elettorale Rossella Muroni, ex presidente di Legambient­e. E quando tocca a Grasso, il leader interpreta a suo modo lo slogan del laburista inglese Jeremy Corbin, «Per i molti non per i pochi». Antifascis­mo, Costituzio­ne, libertà e democrazia parlamenta­re sono le parole chiave. Il primo comandamen­to è il lavoro, il che vuol dire smantellam­ento del Jobs act di Renzi.

Grasso annuncia una «lotta senza quartiere alla grande evasione fiscale per recuperare 50 miliardi» e lancia una proposta che divide anche all’interno: abolire tutte le tasse universita­rie, un taglio che costerebbe allo Stato 1,6 miliardi. E per quanto la polemica politica non sia nelle sue corde, la seconda carica dello Stato lancia agli avversari qualche provocazio­ne (soft).

Berlusconi? «In 25 anni di favole ne abbiamo sentite tante». Renzi? «Ha detto di voler abolire il canone Rai dopo averlo messo in bolletta». Il M5S? «Cambia sempre idea». Il tema delle alleanze è rimandato al dopo elezioni. «Io guardo avanti» si limita ad affermare Grasso, confermand­o però la trattativa con il Pd per l’alleanza alle Regionali nel Lazio: «Prenderemo contatti con la base e poi con Zingaretti». Bersani vuole parlare «con tutti, tranne la destra».

Luigi Di Maio invece non vuole parlare con Laura Boldrini, perché non nutre «alcuna stima politica» per chi «non ha saputo gestire l’aula di Montecitor­io». Disistima ricambiata dalla presidente, che nel suo intervento all’Ergife chiede ai compagni di strada di non lasciare ai cinquestel­le il monopolio del digitale.

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(foto Imagoecono­mica) Sul palco Laura Boldrini, 56 anni, e Pietro Grasso, 73, presidenti di Camera e Senato, insieme ieri a Roma durante l’assemblea nazionale di Liberi e uguali

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