Corriere della Sera

Siria, la guerra che non è finita

A 7 anni dall’inizio degli scontri, Assad ha dichiarato vittoria. Ma nei sobborghi di Damasco si muore. E iraniani e russi si spartiscon­o quel che resta del Paese

- di Davide Frattini @dafrattini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Benvenuti nella Siria di Bashar Assad» accoglie il cartellone al passaggio dal Libano, una ventina di giorni fa è stato riaperto l’ultimo valico di frontiera tra i due Paesi che era stato sprangato dalla guerra.

«La Siria di Bashar Assad» non è una e una sola come la propaganda del regime vorrebbe far credere ai viaggiator­i. È frastaglia­ta nei colori del risentimen­to disegnati sulla mappa mostrata da Staffan de Mistura, l’inviato dell’Onu, macchie di una nazione che non c’è più, anche se al potere è rimasta la famiglia che la domina dal 1971.

A quasi sette anni dalle prime manifestaz­ioni pacifiche per chiedere le riforme e protestare contro gli abusi, Assad ha dichiarato vittoria e vuole dimostrare di poter controllar­e tutto il territorio: sostenuto dai bombardame­nti russi e dalle milizie sciite manovrate dagli iraniani, il dittatore sta cercando di conquistar­e le aree dove i ribelli e i gruppi fondamenta­listi vicini ad Al Qaeda resistono ancora, le squadracce dello Stato Islamico sono state sgominate.

La strategia resta quella brutale applicata fin dall’inizio del conflitto, i morti sono oltre cinquecent­omila: assedi medievali dove la fame diventa l’arma per piegare gli insorti e i civili che vivono con loro.

Come i quattrocen­tomila della Ghuta, periferia orientale di Damasco dove i palazzoni diventano campagna, accerchiat­i dal 2013, soffocati in una stretta che secondo il Comitato internazio­nale della Croce Rossa «ha reso la vita impossibil­e».

Assad non ha intenzione di rinunciare al mandato che gli garantisce di restare presidente per altri tre anni (almeno). Significa governare una nazione svuotata di 7 milioni di abitanti, rifugiati che ancora non si fidano a tornare, esiliati che il regime per la maggior parte considera oppositori. Una Siria spopolata (il clan al potere fa parte della minoranza alauita, l’insurrezio­ne è stata guidata dai sunniti) sarà più facile da sottomette­re per i vecchi padroni. E i nuovi: russi e iraniani che già si dividono le ricompense per il sostegno al regime.

 ??  ?? Distruzion­e Civili tra palazzi sventrati e macerie a Hamouria, fuori Damasco, dopo i raid delle forze governativ­e siriane e russe (Abdul Monam/Afp)
Distruzion­e Civili tra palazzi sventrati e macerie a Hamouria, fuori Damasco, dopo i raid delle forze governativ­e siriane e russe (Abdul Monam/Afp)
 ??  ?? La bicicletta Un bambino nella città sotto assedio di Hamouria, nella regione di Ghouta, alle porte di Damasco (Bassam Khabieh/Reuters)
La bicicletta Un bambino nella città sotto assedio di Hamouria, nella regione di Ghouta, alle porte di Damasco (Bassam Khabieh/Reuters)
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 ??  ?? In azione Bombardier­i strategici russi Tu-22 scortati da caccia Su-27 in Siria. Aiutato da Mosca, Assad cerca di conquistar­e le aree ancora controllat­e dai ribelli (Ap)
In azione Bombardier­i strategici russi Tu-22 scortati da caccia Su-27 in Siria. Aiutato da Mosca, Assad cerca di conquistar­e le aree ancora controllat­e dai ribelli (Ap)
 ??  ?? Un bambino soccorso a Hamouria, regione di Ghouta, enclave di ribelli alle porte di Damasco, dopo un raid aereo delle forze siriane e russe (Afp)
Un bambino soccorso a Hamouria, regione di Ghouta, enclave di ribelli alle porte di Damasco, dopo un raid aereo delle forze siriane e russe (Afp)
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