Governo «pallido, maschio, stantio» Ora May apre a donne e minoranze
Theresa May inizia il nuovo anno con un rimpasto teso a snellire la componente maschile, attempata e bianca del governo e aprire alla diversità. Sei, stando a indiscrezioni, i ministri che tra oggi e domani verranno sollevati dell’incarico. Tra questi, Justine Greening (Scuola), Greg Clark (Industria), Patrick McLoughlin, presidente del partito e Andrea Leadstrom, leader dei Comuni. Rimangono al loro posto Boris Johnson (Esteri), David Davis (Brexit), Amber Rudd (Interni) e il cancelliere dello scacchiere Philip Hammond. L’obiettivo della premier sarebbe quello di mostrare al Paese che il governo non è solo Brexit. Se l’uscita dall’Ue è una priorità, non è l’unica, tanto che durante un’intervista alla
Bbc ieri May ha annunciato una nuova misura per l’ambiente, con la creazione di una foresta nel Nord del Paese tra Liverpool e Hull, una riforma del sistema carcerario e una rinnovata attenzione al sistema sanitario, nuovamente sotto pressione quest’inverno per mancanza di personale e di posti letto.
Dagli esperti elettorali il partito conservatore è considerato eccessivamente «pale, male and stale», ovvero maschio, pallido e stantio, Il rimpasto dovrebbe promuovere le donne e le minoranze etniche. I problemi, però, rimangono. Le modalità del divorzio dall’Ue continuano a dividere il governo e il Parlamento. Spinosa anche la questione di chi mettere al posto di Damian Green, amico universitario della premier e a tutti gli effetti suo vice allontanato dal governo il mese scorso per via di uno scandalo a sfondo sessuale. Tra i papabili, Jeremy Hunt, ministro per la Sanità, che per alcuni però data la crisi dell’Nhs non meriterebbe la promozione. May, comunque, ha sottolineato che non intende lasciare e mira a disputare le prossime elezioni, previste per il 2022.