Corriere della Sera

Roma, è caos rifiuti Dopo il no all’Emilia frena l’Abruzzo «Valuteremo»

E i cittadini fotografan­o i cassonetti stracolmi

- (foto di Fabrizio Corradetti / LaPresse)

Da Nord a Sud, dalla borgata Ottavia, dove abita la sindaca Virginia Raggi, fino a Acilia, passando per i Parioli, l’emergenza rifiuti con i cassonetti della Capitale stracolmi fa venire i brividi. Tornano alla memoria le immagini di Napoli nel 1994 con monumenti e lungomare trasformat­i in discarica. Ma quando Pinuccia Montanari, assessore capitolino all’Ambiente, annuncia che «a Roma il sistema di raccolta ha tenuto, pur di fronte all’impennata di produzione dei rifiuti a Natale», sui social network i 5 Stelle vengono sommersi dalle decine di foto scattate dai cittadini che commentano inferociti il disastro che trovano da settimane sotto casa: la zona Nord della città ieri era in emergenza. E non cambia lo scenario in altre periferie.

Le montagne di immondizia sembrano spostarsi giorno dopo giorno, da un quartiere all’altro, di nascosto. Come in un infernale gioco dell’oca. Dai primi di dicembre la città, che produce 4.600 tonnellate di rifiuti al giorno, sta rischiando di essere sommersa dal pattume perché gli impianti di trattament­o locali sono strapieni, l’accordo con l’Austria (che ne bruciava 70 mila tonnellate l’anno facendosel­e pagare e producendo pure elettricit­à) è terminato due mesi fa. Se poi ci si aggiunge che molti camion dell’Azienda municipale ambiente (Ama) usati nella raccolta sono fermi nelle officine per guasti e i farmaci scaduti consegnati dai cittadini non vengono raccolti in molte farmacie, la frittata, avariata, è fatta. Così alla fine circa 500 tonnellate al giorno, per i sindacati, non vengono smaltite.

Intanto dal Campidogli­o è stato deciso di non portare 15 mila tonnellate di spazzatura negli impianti di smaltiment­o dell’Emilia Romagna perché costerebbe troppo, oltre 180 euro a tonnellata: «Abbiamo attivato tutte le azioni necessarie a mantenere in sicurezza la città, a partire dall’accordo con diverse regioni (Abruzzo e Toscana) — spiega Montanari —. L’Emilia Romagna è stata una misura cautelativ­a». Da Bologna il governator­e Stefano Bonaccini commenta caustico: «Noi stiamo molto bene anche senza i rifiuti di Roma». Oggi il presidente dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso parteciper­à a un vertice per valutare la questione del trasferime­nto dei rifiuti capitolini: «Faremo valutazion­i politiche» dicono da Pescara. Il Pd parla di doppia morale grillina: sono contro i termovalor­izzatori, ma pronti a usare quelli dell’Emilia (a guida dem) per non vedere il Colosseo tra la spazzatura. Per questo i rumors dicono che l’ordine di stoppare i camion sia partito da Davide Casaleggio che temeva l’autogol politico. La presidente del Pd Lazio, Lorenza Bonaccorsi, attacca: «Roma affoga nei rifiuti per non disturbare la campagna elettorale di Di Maio». «Ogni territorio deve assumersi le proprie responsabi­lità e prendere le decisioni», rincara il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. I pentastell­ati replicano: «Il Pd fa campagna elettorale sulla pelle dei romani. La città ha oltre 60 mila cassonetti per strada e per uno che straborda ce ne sono dieci puliti. Ma in tv va sempre quello pieno».

Caso politico Dopo il no alla spedizione in Emilia nuovi attacchi ai 5 Stelle da parte del Pd

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In strada Cassonetti pieni e un cumulo di rifiuti ancora da recuperare fotografat­i nella giornata di ieri lungo viale Giorgio Morandi, a est di Roma

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