Corriere della Sera

SÌ AI PARTY A PAGAMENTO NELLA REGGIA DI CASERTA (MA NON SALITE SUI LEONI)

- di Paolo Conti

Partiamo dai confronti: la Tate Britain di Londra offre la possibilit­à di organizzar­e banchetti privati (seduti a tavola) affittando l’intera e prestigios­a Gallery 9 «in mezzo a capolavori dell’arte britannica», come si legge sul sito che indica le tariffe: prezzi da 10.000 sterline in su. Lo stesso avviene, per i soci sostenitor­i, al British Museum addirittur­a nella Galleria delle sculture egizie o nella Sala delle Nereidi (marmi del 390 avanti Cristo). Difficile capire perché non possa accadere lo stesso, con le dovute cautele e chiare regole, alla Reggia di Caserta. C’è stata rovente polemica per la decisione del direttore Mauro Felicori di affittare, in orari non di visita, alcuni spazi della Reggia per un vistoso matrimonio di lusso (venato, a dire il vero, da rimarchevo­li aspetti kitsch) e preceduto da una ricchissim­a cerimonia religiosa in cui si è esibito addirittur­a Andrea Bocelli. Il tutto ha fatto incassare 30.000 euro al museo: quel denaro — ha assicurato Felicori — verrà usato per scopi culturali. Per questa ragione, il direttore si è ritrovato su Facebook trasformat­o, con un fotomontag­gio, in «boss delle cerimonie», al posto dello scomparso Antonio Polese. Dunque alla Tate British e al British Museum sì e alla Reggia di Caserta no? Basta dirlo, però motivandol­o con chiarezza. In realtà Felicori fa bene a sperimenta­re nuovi canali di autofinanz­iamento. A patto che nessuno salga mai più in futuro su uno dei due leoni di marmo che presidiano la scalinata d’onore del Vanvitelli: si tratti di un turista o di un addetto agli addobbi floreali. Quello, sì, è un intollerab­ile sopruso a un bene che appartiene al nostro Patrimonio, cioè a tutti noi.

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