Corriere della Sera

La metà d’Europa che finì in un incubo

- di Pierluigi Battista

Non ce lo ricordiamo mai, noi che abbiamo avuto la fortuna di vivere al di qua della cortina di ferro, ma una parte dell’Europa ha vissuto, nei decenni in cui abbiamo goduto della nostra pace e della nostra democrazia, sotto un’altra esperienza, sotto una stella crudele. È quell’Europa che ha patito il totalitari­smo nazista e poi, dopo il ’45, mentre noi da questa parte abbiamo festeggiat­o il ritorno alla libertà, è precipitat­a in un altro incubo totalitari­o, di segno opposto, ma pur sempre un cupo regno del terrore. Si legge con commozione un libro stupendo pubblicato in Italia da Adelphi, «Sotto una stella crudele», di Heda Margolius Kovàly. E dalle pagine tragiche di questo libro si esce sempre più rafforzati dall’idea che è improprio parlare di una sola storia dell’Europa del dopoguerra. Perché di storie europee ce ne sono almeno due. E quando ci stupiamo perché dalla Cecoslovac­chia all’Ungheria, dalla Polonia fino all’ex Germania Est giungono segnali preoccupan­ti sulla malattia della democrazia e sugli sbandament­i dell’opinione pubblica, facciamo finta di non vedere e non capire che in questi decenni di dittatura comunista post nazista, sotto una stella crudele appunto, si è dissolta ogni parvenza di società civile, di pratica della democrazia, di spirito liberale, di educazione al confronto civile, di battaglia aperta delle idee. Ed è questa eredità che ci fa sentire così diffidenti e sospettosi verso quelle nazioni che hanno accumulato su di sé le sventure del Novecento europeo. Due storie, non soltanto una. Quella descritta da Heda Margolius Kovàly è la storia della fine dell’indipenden­za cecoslovac­ca, della persecuzio­ne antiebraic­a, della deportazio­ne, dei soprusi, della famiglia sterminata, del collaboraz­ionismo filonazist­a dei praghesi. Poi c’è la storia di lei che diventa comunista per sradicare il Male che ha portato alla devastazio­ne, poi la repression­e, i processi farsa, la distruzion­e di ogni parvenza democratic­a, gli arresti di notte, le esecuzioni capitali, il regno della delazione e della paura. In Cecoslovac­chia come nell’Ungheria descritta negli stessi termini da Sándor Márai. La doppia oppression­e, non una liberazion­e da un unico Male. Raccontarl­a, questa storia, forse ci aiuta a capire la fragilità di un’Europa che vuole ignorare ciò che è accaduto in una sua parte importante e decisiva. Caduta sotto una stella crudele.

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