Canzian: «Basta con i Pooh, a Sanremo ritorno al rock»
Dopo 43 anni coi Pooh, partire da solo per Sanremo fa uno strano effetto. Però a Red Canzian, che con la sua «Ognuno ha il suo racconto» da solista all’Ariston sfiderà il duo Fogli-Facchinetti, l’emozione di questo primo derby non pesa più di tanto: «Ci scambiamo sms con note e cuoricini. Gli auguro di vincere, io mi accontento di arrivare nei primi 10. Il Festival è come una grande fiera della musica, non la vivo come un'Olimpiade con l’ansia della gara».
Il motivo poi è un altro. Red Canzian ha incominciato una nuova vita artistica. «Quello dei Pooh è un capitolo chiuso, ora voglio tornare al rock», dice senza troppe nostalgie.
Il brano che metterà in vetrina a Sanremo apre il suo concept album che uscirà a febbraio. Si intitola «Testimone del tempo» ed è una sorta di riassunto del viaggio della sua carriera: «Un percorso che è iniziato proprio nel segno del rock. Con i Capsicum Red inaugurammo il Piper di Treviso, il mitico New Time. Registrammo il secondo singolo a Londra con Franco Battiato. Facevamo progressive, una musica che ti rimane sotto pelle, che ti fa sentire un guerriero. Per chiudere il cerchio, il mio nuovo disco finisce con un brano prog rock di 8 minuti scritto da Renato Zero». A firmare il disco ci sono anche Enrico Ruggeri, Ivano Fossati ed Ermal Meta. Un concept album che poi verrà portato in tour nei teatri: «Voglio raccontare al pubblico, soprattutto quello più giovane, cosa si sono persi. Sarà come un tg musicale. Ci saranno le canzoni, ma anche visual che per immagini passeranno da Kennedy alla rivoluzione delle minigonne o la guerra in Vietnam».
L’album è stato anche un’occasione di confronto generazionale con i due figli. Con Chiara, anche lei cantautrice e Phil (figlio della sua seconda moglie, pure lui musicista, che ha arrangiato un brano del nuovo disco): «Hanno grande rispetto del passato e con dignità di giudizio mi aiutano a capire il presente della musica».
Canzian, cresciuto con Beatles e Rolling Stones, è così diventato fan dei Coldplay o dei Green Day: «Io sono rock anche quando scrivo i lenti. Qualcuno ascoltando il brano di Sanremo si chiederà se sono quello dei Pooh». Ma vivere in quella grande famiglia le ha tolto qualcosa? «Ognuno di noi ha rinunciato a parte della sua identità. Era l’unico modo per durare nel tempo difendendo il marchio di fabbrica».