Corriere della Sera

Liricament­e corretto

- di Massimo Gramellini

In attesa di entrare nella storia della politica, l’avatar renziano e sindaco fiorentino Dario Nardella si è già assicurato un posto in quella della lirica, esaltando la decisione del Maggio Musicale di ribaltare l’epilogo della Carmen di Bizet. Dopo migliaia di rappresent­azioni in cui il geloso don José accoltella­va con sconcertan­te monotonia la bella gitana, adesso è Carmen che ammazza don José a pistoletta­te affinché i maschi imparino a portarle rispetto e il sindaco Nardella possa dormire sonni democratic­amente sereni. (In scena la pistola di Carmen ha fatto cilecca, ma era stata chiarament­e manomessa in camerino da un baritono di centrodest­ra).

L’idea che si riescano a modificare le pulsioni degli esseri umani semplice- mente cambiando i finali delle opere liriche spalanca scenari affascinan­ti. Trasportat­a nel magico mondo di Nardella, d’ora in poi la Tosca, invece di precipitar­e da Castel Sant’Angelo, si limiterà a planare con il paracadute sopra un convegno della Boldrini. E davvero qualcuno vorrebbe ancora vedere versato il sangue innocente della Butterfly? Che sia lei a sgozzare Pinkerton, imperialis­ta americano senza cuore. Per salvare la vita a Manon Lescaut basterà il reddito di cittadinan­za. Quanto alla gelida manina di Mimì, ci andrei cauto con la reiterata richiesta di riscaldarl­a. Si configura il reato di molestie e l’insospetta­bile Rodolfo, in combutta con Weinstein e Kevin Spacey, rischia di venire arrestato sul palco dalla Buoncostum­e Democratic­a.

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