Dati dei figli sui social «Serve il consenso o si rischia la multa»
Vanno cancellati dai social network «immagini, ROMA informazioni e ogni dato relativo» a un minore, quando sono pubblicati dai genitori senza il suo consenso e soprattutto quando sono lesivi della sua reputazione. Inoltre, se i genitori non procedono alla cancellazione dei vari post, incappano nel pagamento di una somma di denaro.
Lo ha deciso il giudice Monica Velletti, della prima sezione del tribunale civile di Roma, accogliendo la richiesta avanzata dal tutore di un ragazzo di 16 anni e imponendo alla madre il divieto di diffondere sui social «notizie, dati, immagini e video» del figlio, sanzionandola a livello pecuniario in caso di inottemperanza a un ordine di rimozione di successivi post. Una relazione materna, si legge nel provvedimento, già compromessa da tempo. Nella sentenza di nove pagine, il giudice dà conto dell’esigenza del minore di voler continuare gli studi scolastici negli Stati Uniti per «stare lontano dall’attuale contesto sociale, nel quale tutti i compagni sarebbero a conoscenza delle sue vicende personali, rese note dalla madre con uso costante e sistematico dei social network».
«La massiccia presenza mediatica della vicenda del minore — è scritto nella sentenza — giustifica il turbamento dello stesso e la resistenza a proseguire gli studi in un contesto nel quale particolari della propria vita personale sono ampiamente noti». La relazione presentata al tribunale dallo psicoterapeuta che sta seguendo il minore racconta di una madre che sui social network, riferendosi al figlio, lo paragonerebbe addirittura a «un malato mentale». Dal canto suo, il minore ha spiegato di voler studiare in un college in Usa «per avere più opportunità di lavoro... ci tengo a fare la vita di un ragazzo normale... avrei più possibilità... che speranza ho, del resto, in Italia dove tutti conoscono la mia storia?». Quanto al rapporto con la madre, il minore si è sfogato così con il suo terapeuta: «Una persona che dice di voler bene può scrivere queste cose?».