Rosso Cabernet e spalle più morbide Per uomini «gentili»
Il salone fiorentino e i codici del prossimo inverno
L’uomo in grigio ha un FIRENZE po’ finito il suo corso. I nuovi completi del gentlemen hanno i colori della terra — rassicuranti — con sfumature e tocchi che arrivano al purple, (tinta vibrante e stimolante del 2018, secondo Pantone) in tutte le sfumature. Brunello Cucinelli chiama il nuovo rosso Cabernet, sempre stemperato con i marroni e i grigi, per i pantaloni indossati con il blouson di pelle. «C’è una nuova sensibilità guidata dai Millennial, si compra meno e meglio», dice l’imprenditore creativo raccontando il suo uomo «gentile» presentato a Pitti 93, il salone-evento più influente della moda maschile in scena a Firenze da oggi a venerdì — 1.244 marchi di cui 570 (il 44%) provenienti dall’estero e 257 tra nuovi brand e rientri — che indicherà la strada della nuova moda dell’autunno inverno 2018-19. Tema della manifestazione è il cinema. Cucinelli (ricavi netti nel 2017 di 503 milioni, in crescita del 10,4%) cita Robert Redford ne «La mia Africa»: «Vincono i cammelli, i sabbia che indossati d’inverno sono bellissimi e raffinati, anche con una punta di colore, ma sempre ingrigiti, polverosi».
Il rosso però non è facile da indossare, soprattutto per uomo: «Il colore — risponde — deve essere un unico pezzo del look. L’uomo deve partire dalla giacca nei tessuti sartoriali un po’ fantasia, leggeri ma con corpo, o in velluto. Si porta sempre più vicina al corpo ma ha le spalle più morbide, come se fosse una mezza taglia in più». Dei tre bottoni «si allacciano solo i primi due». S’indossa con la camicia di Chambry dal gusto denim e cravatta grigia. È più rilassato anche il pantalone «si allarga sulla vita con una o due pinces ma a differenza di quello di Gregory Peck Anni 50 scende strettino perché oggi è influenzato dallo stile jogging». La lunghezza non è un dettaglio. L’esperto indica «un dito sopra la caviglia perché il troppo corto non fa chic. Deve vedersi un po’ la calza», che recupera dunque il suo ruolo nell’eleganza.
Su mattone, burgundy, caffè, ambra, sabbia, gingery brown, vinaccia nei tessuti sempre mossi «spigato o micro pied de poule» scommette anche Giovanni Bianchi responsabile dell’ufficio stile di Luigi Bianchi Mantova e ceo di Lubiam. «Sono colori che esaltano i filati pregiati come cashmere, seta e alpaca». La giacca dagli ampi revers è più lunga (72 cm) decostruita, sfoderata frutto del sapere sartoriale italiano (e l’effetto è un po’ quello di Richard Gere in American Gigolo), le spalle naturali e maniche inserite a mano, mai rigide. Il pantalone da accessorio del completo diventa protagonista, grazie alle pinces si allarga su bacino e cosce per finire con l’orlo a 17 cm e crea la silhouette atletica. In vita si arricchisce di dettagli sartoriali, i passanti più alti o i laccetti stringivita. Il gilet è «il terzo pezzo protagonista», monopetto con i revers in tinta con la giacca sull’abito, e sempre a contrasto nello spezzato. Tre pezzi, ma intercambiabili, è il numero magico anche del guardaroba di Gabriele Pasini anche lui fan del velluto per giacche rosa da abbinare alle lane marron e completi blu portati con il burgundi. Attenzione agli abbinamenti, uomini.