IL DISEGNO DEL PAPA CONTRO LA GUERRA IL RUOLO POSITIVO DELL’ITALIA
Il discorso di papa Bergoglio, fatto ieri ai diplomatici, manifesta l’attenzione della Chiesa alle varie crisi nel mondo che nomina una per una. Con forza ricorda come la guerra in Siria duri ancora. La Chiesa non si rassegna alla guerra. Si conferma la sua visione, per cui guerre e rivoluzioni lasciano il mondo peggiore di come l’hanno trovato. Non è conservatorismo (il Papa infatti invita a cambiare nel senso dei diritti umani), ma una chiara reticenza, anzi diffidenza, verso l’uso della forza e la violenza. Francesco afferma, ricordando il centenario della Prima guerra mondiale: «Non è la legge del timore che dissuade da future aggressioni, bensì la forza della ragionevolezza mite che sprona al dialogo…». In questa linea, il Papa ribadisce l’avallo alle istituzioni che favoriscono dialogo e multilateralismo. Il problema, per Bergoglio, è battere la «la logica aberrante della guerra». Riprende così l’intuizione di Giovanni XXIII: il negoziato e l’incontro fanno emergere di per sé i vincoli di umanità che legano i popoli. In questo quadro, è da notare l’attenzione del Papa all’Italia, non abituale in simili discorsi, ma espressiva di sintonia e apprezzamento. Tra gli Stati che accolgono i migranti, Francesco nota con rilievo l’Italia: «in questi anni ha mostrato un cuore aperto e generoso», specie per «i positivi esempi di integrazione». Ma va oltre, esprimendo il timore che le attuali difficoltà italiane «portino a chiusure e preclusioni». Manifesta preoccupazione e allarme per eventuali involuzioni difensive. Sarebbe un errore smantellare quello che l’Italia ha rappresentato. Del resto, Francesco vede un impatto positivo dei migranti sull’Europa perché ritrovi se stessa e «il proprio patrimonio culturale e religioso», rafforzando la propria identità ( fatto che vede necessario). L’Europa deve ravvivare la sua tradizione, ma anche «continuare ad essere un luogo accogliente, foriero di pace e di sviluppo». Questo il disegno europeo di Bergoglio, in cui l’Italia ha un ruolo apprezzabile.