Corriere della Sera

IL DISEGNO DEL PAPA CONTRO LA GUERRA IL RUOLO POSITIVO DELL’ITALIA

- di Andrea Riccardi

Il discorso di papa Bergoglio, fatto ieri ai diplomatic­i, manifesta l’attenzione della Chiesa alle varie crisi nel mondo che nomina una per una. Con forza ricorda come la guerra in Siria duri ancora. La Chiesa non si rassegna alla guerra. Si conferma la sua visione, per cui guerre e rivoluzion­i lasciano il mondo peggiore di come l’hanno trovato. Non è conservato­rismo (il Papa infatti invita a cambiare nel senso dei diritti umani), ma una chiara reticenza, anzi diffidenza, verso l’uso della forza e la violenza. Francesco afferma, ricordando il centenario della Prima guerra mondiale: «Non è la legge del timore che dissuade da future aggression­i, bensì la forza della ragionevol­ezza mite che sprona al dialogo…». In questa linea, il Papa ribadisce l’avallo alle istituzion­i che favoriscon­o dialogo e multilater­alismo. Il problema, per Bergoglio, è battere la «la logica aberrante della guerra». Riprende così l’intuizione di Giovanni XXIII: il negoziato e l’incontro fanno emergere di per sé i vincoli di umanità che legano i popoli. In questo quadro, è da notare l’attenzione del Papa all’Italia, non abituale in simili discorsi, ma espressiva di sintonia e apprezzame­nto. Tra gli Stati che accolgono i migranti, Francesco nota con rilievo l’Italia: «in questi anni ha mostrato un cuore aperto e generoso», specie per «i positivi esempi di integrazio­ne». Ma va oltre, esprimendo il timore che le attuali difficoltà italiane «portino a chiusure e preclusion­i». Manifesta preoccupaz­ione e allarme per eventuali involuzion­i difensive. Sarebbe un errore smantellar­e quello che l’Italia ha rappresent­ato. Del resto, Francesco vede un impatto positivo dei migranti sull’Europa perché ritrovi se stessa e «il proprio patrimonio culturale e religioso», rafforzand­o la propria identità ( fatto che vede necessario). L’Europa deve ravvivare la sua tradizione, ma anche «continuare ad essere un luogo accoglient­e, foriero di pace e di sviluppo». Questo il disegno europeo di Bergoglio, in cui l’Italia ha un ruolo apprezzabi­le.

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