Quel taglio al budget Ue che colpisce le Regioni
Il 2021 sembra lontano ma è già qui perché il disegno di come sarà il budget Ue a partire da quella data, senza la Gran Bretagna, sarà schizzato in questi mesi. Ieri a Bruxelles è cominciato il dibattito in una conferenza di alto livello. La Commissione Ue presenterà a maggio la propria proposta e ora è il momento per le capitali di far valere il proprio punto di vista. Il commissario Ue al Bilancio, Günther Oettinger, ha spiegato che la Brexit porterà a un ammanco annuale di 12-13 miliardi (la Gran Bretagna è un contributore netto) e dunque per far fronte al buco saranno necessari dei tagli. Ha escluso che saranno toccati i programmi europei Erasmus+ e Horizon 2020. E il presidente della Commissione Ue, JeanClaude Juncker, ha detto che si opporrà «a colpi sanguinosi» nella coesione e nella politica agricola comune (Pac). Oettinger però ha ipotizzato un calo dal 35% al 30% dei fondi strutturali, che in termini assoluti significa un taglio del 15%. Eventualità considerata in uno dei tre scenari elaborati dalla Dg Politiche regionali, che si tradurrebbe per l’Italia nella perdita dei fondi per le regioni più sviluppate del Nord e del Centro. Il Comitato delle Regioni è già sul piede di guerra. Resta il problema di dove trovare i soldi che verranno a mancare. Tra le soluzioni allo studio c’è anche l’aumento dei contributi nazionali ma alle capitali non piace.