Corriere della Sera

Sindacato e Confindust­ria: l’accordo sui contratti sotto la lente delle categorie

- Rita Querzé

La campagna elettorale aiuta. Nel programma del Pd si parla di salario minimo per legge. Ma Confindust­ria e sindacati non hanno voglia di farsi sfilare una delle loro principali ragion d’essere: la definizion­e delle retribuzio­ni minime nei contratti. D’altra parte se a palazzo Chigi arrivasse il M5S il clima non sarebbe migliore, anzi. Meglio sarebbe quindi — dal punto di vista di viale Dell’Astronomia e Cgil, Cisl e Uil — marcare adesso il territorio.

Un testo sta prendendo forma. Oggi Cgil e Uil lo presentera­nno alle categorie. L’11 la Cisl farà la stessa cosa. Insomma, in queste ore si capirà se l’intesa ha gambe per camminare. Il vaglio delle categorie è un passaggio importante perché un’eventuale accordo dovrebbe tenere insieme i due riti della contrattaz­ione — quello metalmecca­nico e quello chimico — come hanno preso forma con l’ultima tornata dei rinnovi contrattal­i. Volutament­e l’ultimo testo evita di specificar­e alcune questioni, lasciando totale libertà d’azione alle categorie stesse. In particolar­e: libertà di pagare l’inflazione ex ante (come i chimici) o ex post (come i meccanici). Libertà anche di definire ciascuno a propria misura la durata del contratto. La bozza di intesa, però, vincola alla definizion­e di un «trattament­o economico minimo» calcolato applicando gli aumenti dell’indice Ipca (depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici) ai minimi contrattua­li. Più un «trattament­o economico complessiv­o» in cui si ricomprend­ano gli elementi aggiuntivi della retribuzio­ne comuni a tutti i lavoratori (welfare compreso).

Resta ancora questo il passaggio più delicato visto che i chimici vogliono continuare ad applicare gli aumenti su una retribuzio­ne base superiore al minimo. Anche se il nuovo testo lascia un maggiore margine d’azione maggiore in questo senso alle categorie.

La bozza mette nero su bianco, poi, che la nuova contrattaz­ione dovrà essere «in coerenza che le riforme strategich­e giudicate importanti per le imprese». Una rinuncia a porre limiti al jobs act attraverso la contrattaz­ione.

Ultimo ma molto importante: allo stato dell’arte, a parte un impegno a «favorire il decentrame­nto virtuoso della contrattaz­ione collettiva» il testo non introduce maggiori incentivi o impegni alla contrattaz­ione aziendale.

Salario minimo Nella bozza d’intesa la distinzion­e tra salario minimo e retribuzio­ne complessiv­a

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