Il duello su lavoro e vaccini
Intervista con Salvini: «Con noi salario minimo. Non faccio patti con i 5 Stelle»
Il leader della Lega Matteo Salvini al Corriere: «Se vinciamo introdurremo il salario minimo». Mentre per quanto riguarda la polemica sui vaccini, Salvini dice: «Io ho fatto vaccinare i miei figli, ma sono contrario all’obbligo. Nessun altro Paese al mondo ha dieci vaccini obbligatori». E proprio su salute e Jobs act si divide il centrodestra. In vista delle elezioni del 4 marzo, arriva il rapporto dello staff del senatore democratico americano Ben Cardin che sostiene come «ci potrebbero essere interferenze russe sul voto in Italia».
«Read my lips: no new taxes» («Leggete le mie labbra: non ci saranno nuove tasse»). Le campagne elettorali sono piene di promesse, non sempre rispettate e non sempre fortunate, come dimostra il caso di George Bush, che dopo la promessa tv, con labiale incluso, perse le elezioni del ’92 con Bill Clinton. Ma nella campagna italiana ieri si è registrato un vero picco di annunci. Da Silvio Berlusconi, che promette la cancellazione del Jobs act (ma poi smentisce di averlo detto), a Matteo Salvini, che si impegna a cancellare l’obbligatorietà dei vaccini (contraddetto da Paolo Romani). Fino a Luigi Di Maio, che non solo vuole abolire lo spesometro e gli studi di settore, ma assicura anche la cancellazione di «balzelli e scartoffie», che «invece di combattere l’evasione, combattono chi paga le tasse». E sulle pensioni lancia l’abolizione della legge Fornero e il progetto «quota 41». Ovvero: «Dopo 41 anni di lavoro devi andare in pensione».
A Radio Anch’io, Berlusconi annuncia: «Toglieremo il
Jobs act che ha dato spinta solo ai lavori a scadenza». Pronta la replica di Renzi: «Saranno contenti gli imprenditori del Nord-Est». Perplessa Giorgia Meloni: «Il Jobs act è tante cose. Di che stiamo parlando? Io non sarei per reintrodurre l’articolo 18». Poco dopo, arriva la mezza rettifica in una nota di Forza Italia: «Berlusconi è stato parzialmente frainteso». Pi ù tardi, rettifica completa dello stesso ex premier: «Non ho detto abolizione del Jobs act. Penso che questa sia stata una cosa interna alla coalizione, oggi è superata». Renzi, a Porta a
Porta, accetta la «moratoria sulle promesse» chiesta da Bruno Vespa, ma spiega che Di Maio ha fatto annunci per 100 miliardi e Berlusconi ne ha fatti per una somma «che supera i 200 miliardi».
Ancora più controverso l’annuncio di Salvini, a Rtl
102.5: «Cancelleremo le norme Lorenzin. Vaccini sì, obbligo no. Via anche la tassa assurda sulle sigarette elettroniche». L’alleato Paolo Romani (FI) non è per nulla d’accordo: «Non penso che l’abolizione possa entrare nel nostro programma. Abbiamo votato convintamente l’obbligo». Arriva anche l’opinione di un portavoce della Commissione europea: «Siamo molto preoccupati dall’aumento dello scetticismo sui vaccini».
Non lo è il M5S. Se Luigi Di Maio spiega che tutta la sua famiglia è vaccinata e che «tutti noi crediamo nei vaccini», Paola Taverna ribadisce la sua posizione: «Siamo favorevoli, ma contrari all’obbligo. È sufficiente la raccomandazione». Posizione identica a quella della Lega. Il che fa subito dire a Renzi che c’è «un’alleanza oscurantista di fatto tra Lega e 5 Stelle». Di Maio interviene anche per annunciare l’abolizione dello spesometro, «inferno per professionisti e imprese», e degli studi di settore, «inferno per commercianti e liberi professionisti».